Legno arredo, un riavvio a rilento «Ma il peggio deve ancora arrivare»

Venerdì 5 Giugno 2020
Legno arredo, un riavvio a rilento «Ma il peggio deve ancora arrivare»
L'INDAGINE
PORDENONE È un quadro a tinte fosche, e molto complesso, quello delineato dal Cluster Arredo tramite un questionario somministrato a un campione selezionato del sistema Legno Arredo Fvg. A un mese dalla riapertura, 50 imprese di diverse realtà territoriali, settoriali e dimensionali danno un'idea delle conseguenze del lock-down: rispetto a marzo e aprile dell'anno precedente l'87% degli intervistati ha perso almeno il 25% del fatturato; di questi il 53% ha perso oltre il 50% e un 18% ben il 75%. La maggior parte delle imprese sta lavorando per completare gli ordini pre-Covid che sono stati annullati solo in piccola parte, ma solamente il 17% di chi ha perso tali ordini durante il lockdown è riuscito a recuperarli. Ciò lascia pensare a un rafforzamento di quei competitori internazionalI che non hanno subito, invece, una chiusura delle attività altrettanto prolungata e stringente.
FATTURATO E ORDINI
Il 78% degli intervistati ha ripreso l'attività ad almeno il 50% dell'operatività aziendale, ma solamente il 19% è al 100% dell'operatività. Ben l'86% degli intervistati registra un calo ordini superiore al 30% rispetto a quanto pianificato a inizio anno, il 52% ha un calo superiore al 50%, il 18% al 70%. Dati che, considerato il ciclo produttivo del legno arredo, dal 15 giugno potenzialmente porteranno ad un drastico rallentamento del settore per assenza di ordinativi, con evidenti ripercussioni sul personale occupato. Si prevede un calo di fatturato che a fine anno potrebbe oscillare attorno al 30/35%. Se ciò dovesse confermarsi, il comparto potrebbe perdere un valore della produzione tra 1,2 e 1,4 miliardi, con un export potenzialmente ridotto attorno ai 500 milioni (il calo nell'export nella crisi del 2008 era stato di circa 300 milioni).
Il 40% degli intervistati ritiene che nel 2020 dovrà ridurre il personale, ma con potenziali riduzioni molto contenute. Pur in questa situazione, il 94% delle imprese non prende in considerazione la chiusura dell'attività.
«In questo momento, quel che conta è tenere vicino il personale qualificato che abbiamo formato negli anni - commenta il presidente del Cluster Franco di Fonzo -. Il volano della produzione riprenderà molto lentamente e quindi ci sono aspettative di interventi governativi, al momento ancora nebulosi per le aziende con volumi di affari sopra i 5 milioni. L'export va sostenuto, prima che nel nostro comparto si inseriscano concorrenti stranieri».
AIUTI PUBBLICI
Ad esclusione della cassa integrazione, utilizzata dal 99% degli intervistati, in questa prima fase di emergenza il 70% delle imprese sentite non ha ancora ricevuto aiuti pubblici o non ne ha fatto ricorso. La maggior parte ha utilizzato le garanzie statali e l'anticipo regionale al 90% sui contributi già assegnati, misura particolarmente apprezzata. C'è attesa di capire come i nuovi contributi nazionali e regionali verranno assegnati, in particolare quelli a fondo perso.
CONSIDERAZIONI
Il quadro che emerge è che il grosso dei problemi per il comparto legno arredo Fvg deve ancora arrivare. Permane altresì una grande incertezza sulla pianificazione del futuro e su eventuali nuove ondate di chiusure che porterebbe danni oggi incalcolabili al settore. «Le imprese sono più strutturate e solide rispetto alla crisi del 2008 e c'è la voglia di lottare per riprendersi il ruolo che gli appartiene sul mercato nazionale e globale conclude il direttore Carlo Piemonte -. Per fare tutto questo viene richiesta tempestività delle istituzioni e la messa in campo di aiuti mirati e disegnati appositamente per il settore».
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