Lavoratori domestici, settanta pratiche in dirittura d'arrivo Settore in emergenza durante il lockdown, ora in netta ripresa

Lunedì 13 Luglio 2020
Sono una settantina le pratiche per la regolarizzazione di lavoratori domestici presentate, a livello regionale attraverso gli sportelli della Cisl, a fronte di quattro soltanto per l'altra categoria, quella dei lavoratori agricoli. In testa, quanto ai numeri, ci sono le province di Pordenone e di Trieste.
Questi i dati dell'Anolf regionale, naturalmente ancora parziali dal momento che c'è ancora circa un mese di tempo, fino al 15 agosto, per le domande, e che di qui passa solamente una parte delle richieste. Il dato, inoltre, comprende esclusivamente e pratiche già completate. A fare il punto della situazione è Ahmed Faghi Elmi, dell'Anolf regionale, l'Associazione nazionale oltre le frontiere promossa dalla Cisl, che precisa anche come le pratiche presentate siano quelle dall'esito sicuro o quasi: «Presentiamo solo quelle di persone che hanno tutti i requisiti e che hanno, se non il 100 per cento, il 99 per cento di possibilità di essere accolte. Non vogliamo creare illusioni quando non ci sono le condizioni». L'accesso a questa opportunità non è infatti così semplice, a cominciare dalla necessità di dimostrare la propria presenza in Italia e di avere svolto appunto lavoro domestico.
Nel frattempo, i lavoratori del settore sono fra quelli che hanno maggiormente sofferto l'emergenza sanitaria e il lockdown: «La chiusura delle frontiere ha bloccato colf e badanti straniere, a seconda dei casi, in Italia o nel loro Paese, senza possibilità di spostarsi - racconta ancora Faghi -: molte sono rimaste senza lavoro e senza stipendio, in particolare nei mesi di aprile e maggio. Adesso la situazione sta lentamente ritornando alla normalità».
L.Z.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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