Sono una settantina le pratiche per la regolarizzazione di lavoratori domestici presentate, a livello regionale attraverso gli sportelli della Cisl, a fronte di quattro soltanto per l'altra categoria, quella dei lavoratori agricoli. In testa, quanto ai numeri, ci sono le province di Pordenone e di Trieste.
Questi i dati dell'Anolf regionale, naturalmente ancora parziali dal momento che c'è ancora circa un mese di tempo, fino al 15 agosto, per le domande, e che di qui passa solamente una parte delle richieste. Il dato, inoltre, comprende esclusivamente e pratiche già completate. A fare il punto della situazione è Ahmed Faghi Elmi, dell'Anolf regionale, l'Associazione nazionale oltre le frontiere promossa dalla Cisl, che precisa anche come le pratiche presentate siano quelle dall'esito sicuro o quasi: «Presentiamo solo quelle di persone che hanno tutti i requisiti e che hanno, se non il 100 per cento, il 99 per cento di possibilità di essere accolte. Non vogliamo creare illusioni quando non ci sono le condizioni». L'accesso a questa opportunità non è infatti così semplice, a cominciare dalla necessità di dimostrare la propria presenza in Italia e di avere svolto appunto lavoro domestico.
Nel frattempo, i lavoratori del settore sono fra quelli che hanno maggiormente sofferto l'emergenza sanitaria e il lockdown: «La chiusura delle frontiere ha bloccato colf e badanti straniere, a seconda dei casi, in Italia o nel loro Paese, senza possibilità di spostarsi - racconta ancora Faghi -: molte sono rimaste senza lavoro e senza stipendio, in particolare nei mesi di aprile e maggio. Adesso la situazione sta lentamente ritornando alla normalità».
L.Z.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Nel frattempo, i lavoratori del settore sono fra quelli che hanno maggiormente sofferto l'emergenza sanitaria e il lockdown: «La chiusura delle frontiere ha bloccato colf e badanti straniere, a seconda dei casi, in Italia o nel loro Paese, senza possibilità di spostarsi - racconta ancora Faghi -: molte sono rimaste senza lavoro e senza stipendio, in particolare nei mesi di aprile e maggio. Adesso la situazione sta lentamente ritornando alla normalità».
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