LA POLEMICA
PORDENONE Il consigliere del M5S Samuele Stefanoni attacca il Comune

Domenica 25 Agosto 2019
LA POLEMICA PORDENONE Il consigliere del M5S Samuele Stefanoni attacca il Comune
LA POLEMICA
PORDENONE Il consigliere del M5S Samuele Stefanoni attacca il Comune per i contributi al Capitol. Nel mirino, in particolare, la rassegna Capitol Letters, che prevede sei appuntamenti fra il 20 ottobre e il 10 dicembre, con interviste ad artisti quali Fabri Fibra, Vinicio Capossela, Salmo e Levante. Gli ultimi due, perdonatemi, non so chi siano - commenta il capogruppo del M5S -. Fatto sta che delle spese previste per questo progetto - circa 30mila euro, dei quali 4.200 solo di dj set - il Comune di Pordenone ne metterà 14mila. È cultura questa - si chiede -? No, non abbastanza. In passato la precedente amministrazione invitava radio Birikina? Chissenefrega. A grandi ambizioni devono corrispondere scelte oculate. Chi fa business con l'intrattenimento deve farlo con le proprie forze, come tutti gli imprenditori».
«Non si capisce - replica il sindaco Alessandro Ciriani - come possa essere Stefanoni a giudicare ciò che è meritevole di finanziamento da parte del Comune. Il Comune sostiene e aiuta diverse realtà associative - e il Capitol è un'associazione - che contribuiscono coerentemente a quelli che sono gli obiettivi di una città, cioè di crescere, di essere più attrattiva, di poter allargare la propria base culturale, di offrire delle opportunità ai cittadini che siano musicali, di letteratura, di arte, di spettacolo. Lo fa con tutte le rassegne e manifestazioni che conosciamo. Guarda caso, però, qualcuna entra nel mirino di Stefanoni: evidentemente a loro brucia il fatto che sotto questa amministrazione ci sia stata la possibilità di riaprire le porte di un luogo che era comunque storico, identitario e significativo per la città».
Ciriani sottolinea poi come la rassegna comprenda nomi importanti e si rivolga anche a un pubblico di giovani: «Se fosse stato uno spin off di Pordenonelegge o di Pordenonepensa, probabilmente nessuno avrebbe detto niente. È un attacco strumentale che dimostra l'atteggiamento velenoso di Stefanoni nei confronti di qualsiasi iniziativa non rientri in quello che lui ritiene essere il binario della vera offerta culturale. Il sostegno delle amministrazioni comunali a queste iniziative - aggiunge ancora Ciriani - succede in tutta Italia e in tutta Europa, altrimenti non potrebbero reggere da sole. Si tratta solo di capire che cosa è cultura e che cosa non lo è, ma questo è un aspetto complesso. Io ritengo che queste iniziative portino lustro e abbiano una ricaduta economica sulla nostra città».
E all'attacco risponde anche Francesco Putano, presidente de Il deposito, per precisare innanzitutto che quella che gestisce la sala non è un'impresa, ma «un'associazione culturale che da 15 anni opera in città, provincia e regione proponendo eventi culturali di primo livello. Squalificare, aprioristicamente, la nostra rassegna come non culturale secondo parametri (non meglio precisati) spiccatamente personali fa torto non solo alla nostra storia ma alla pluralità dei possibili campi espressivi. Il consigliere probabilmente non conosce il nostro progetto e la nostra linea editoriale: diversamente saprebbe che non operiamo nell'ottica del business quanto, piuttosto, in quella dell'aggregazione, del confronto e della collaborazione con le altre realtà culturali cittadine e regionali, recuperando e riqualificando, nel caso specifico, uno spazio unico sul territorio nazionale per particolarità strutturale con grande dispendio economico e di energie: un ex cinema convertito a sala polifunzionale, nel centro città, con la precisa intenzione di rendere Pordenone ancora più importante sulla mappa culturale del nostro Paese. Ci sfuggono le motivazioni per cui la nostra associazione non possa, come tutte le associazioni culturali europee, chiedere un sostegno al Comune per una rassegna che il consigliere peraltro spoilera al pubblico, danneggiandoci».
Lara Zani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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