«I bandi nazionali per un'unica sede dell'Isis Pujati»

mercoledì 7 luglio 2021
«I bandi nazionali per un'unica sede dell'Isis Pujati»
SACILE
I problemi dell'edilizia scolastica si trascinano da anni. A evidenziarlo, non nascondendo forti preoccupazioni, è il segretario provinciale coordinatore Flc Cgil di Pordenone Mario Bellomo, aggiungendo che «anche a Pordenone le difficoltà della scuola in questo ambito sono diverse e diffuse, da qui la necessità di affrontare i problemi introducendo una visione lungimirante e rispettosa di tutti gli interessi in gioco, al fine di trovare soluzioni adeguate».
PROBLEMA DEL COMPRENSORIO
Bellomo si focalizza sull'Isis Pujati di Sacile, ricordando come «l'Istituto ha avuto nel corso degli anni una notevole crescita e di recente ha ottenuto anche l'autorizzazione ad avviare l'indirizzo del Liceo musicale». Secondo il sindacalista, crescita e avvio di nuovi percorsi richiedono spazi idonei: «Le soluzioni trovate nel corso del tempo sono state sempre tese a fronteggiare l'emergenza, anziché a risolvere organicamente il problema - ricorda Bellomo - Per far comunque funzionare la scuola, si è fatto ricorso, via via, a dislocare le classi che aumentavano di numero in edifici diversi dalla sede centrale del Pujati: nei locali dell'Ipsia, dell'Istituto Aporti e dell'attuale Liceo Linguistico, nel parco del Centro studi; insomma, ben quattro sedi».
Senza dimenticare che per l'avvio del Liceo Musicale era stato previsto l'utilizzo di due aule nell'edificio scolastico di via Ettoreo, arrivando così a ben cinque sedi. «In realtà il Liceo musicale per quest'anno non ha avuto un numero sufficiente di iscritti e il suo avvio non c'è stato, pertanto attualmente le sedi rimangono quattro. Troppe, comunque».
TANTE PAROLE, POCHI FATTI
Andando indietro nel tempo ricorda che diversi anni fa, l'amministrazione comunale aveva considerato la «possibilità di intervenire con un progetto di riqualificazione e ampliamento dell'Auditorium, con la demolizione e successiva riedificazione dello stabile, al tempo inagibile, con l'aggiunta di altre aule». Una soluzione accettabile, seppure «forse non sufficiente, ma a dieci anni di distanza pare che neppure questa ipotesi possa tradursi in un progetto concreto, visto tra l'altro che l'Auditorium è stato rimesso in sicurezza».
Ma la frammentazione del Pujati, «con soluzioni temporanee che di fatto diventano definitive e non adeguate alle aspettative degli utenti e alla salvaguardia della qualità dell'Istituto», secondo l'esponente della Cgil, «ha pesato anche nel mancato raggiungimento di un sufficiente numero di iscritti al Liceo musicale, tanto che non si è riusciti a formare neppure una classe prima per il 2020/21».
Il segretario provinciale Flc Cgil, riconoscendo la complessità del problema, ritiene che un istituto come il Pujati di Sacile, «che nel tempo ha saputo assicurare al territorio un'offerta formativa articolata e di qualità, debba finalmente avere, da parte degli organi competenti, la massima e fattiva attenzione. Gli spazi - aggiunge - senza ulteriore consumo di suolo pubblico e nel pieno rispetto dell'ambiente, ci sarebbero».
LE PROPOSTE
«Sembrano interessanti le osservazioni fatte di recente dalla civica Sacile Partecipata e Sostenibile - osserva Bellomo - che rileva come mai nessuno abbia pensato di prendere in considerazione la proposta di riqualificare e ampliare l'edificio del Linguistico nel parco del Centro Studi: potrebbe essere una soluzione organica e definitiva, e che farebbe finalmente uscire il Pujati dall'emergenza continua».
Da scartare, per la Cgil, «la proposta avanzata dall'amministrazione comunale di un edificio ex novo dove si trova ora la piastra da Basket, adiacente al Marchesini; un'ipotesi con diverse criticità, frettolosa, priva di un'approfondita analisi dello scenario futuro e tesa a consumare suolo, anziché recuperare l'esistente, come sarebbe doveroso e in armonia con il principio della rigenerazione urbana». Bellomo conclude ribadendo la necessità che ci sia un unico luogo dove collocare l'Istituto, anche «attraverso una specie di campus dove si dovrebbe recuperare quanto già esistente».
Michelangelo Scarabellotto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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