Gaiatto vuole i domiciliari, il giudice lo lascia in carcere

Martedì 13 Agosto 2019
IL CASO
PORDENONE Fabio Gaiatto agli arresti domiciliari? Non se ne parla. Il gup Eugenio Pergola, che il 3 luglio lo ha condannato a 15 anni e 4 mesi di reclusione per le decine di milioni di euro spariti nella mega truffa della Venice Investment Group, ha rigettato la richiesta di modifica della misura cautelare in carcere avanzata dall'avvocato Guido Galletti. La difesa, con un ricorso di una quindicina di pagine, ha posto diverse questioni al giudice, ma ha incassato un diniego che adesso sposta battaglia al Tribunale del Riesame. L'ordinanza del giudice, infatti, è già stata impugnata e Gaiatto è in attesa che la questione venga discussa a Trieste.
IL RICORSO
Il trader di Portogruaro dallo scorso dicembre si trova nel carcere di Tolmezzo, perchè dopo la misura cautelare ottenuta dalla Procura di Pordenone a settembre 2018 per la truffa ai 2.700 risparmiatori del Nordest, la Procura antimafia di Trieste ha ottenuto un altro provvedimento restrittivo, stavolta nell'ambito dell'inchiesta sulle estorsioni patite a Pola dagli ex collaboratori di Gaiatto. Si tratta di estorsioni aggravate da minacce con metodo mafioso, per questo Gaiatto è stato trasferito dala carcere di Pordenone alla struttura di massima sicurezza che si trova in Carnia. Se la difesa avesse ottenuto i domiciliari, il trader sarebbe comunque rimasto in cella per via dell'inchiesta triestina. Ma Galletti con i suoi ricorsi sta tentando di trovare un pertugio per riportare Gaiatto a casa prima della sentenza d'appello e prima che la pena diventi definita.
IL SEQUESTRO
La Procura, intanto, incassa il via libera del Tribunale del Riesame sul sequestro di un finanziamento di 500mila euro nei confronti di una società del Portogruarese estranea al procedimento penale. Secondo la Procura, i soldi sono stati ottenuti attraverso una società riconducibile alla mega truffa: la Venice Investment Group doo. Si tratta, dunque, di soldi illeciti, ottenuti da Gaiatto raggirando i risparmiatori che erano convinti di investire nel forex. Secondo il procuratore Raffaele Tito, si tratta di un credito che va restituito alla Venice. Secondo il Tribunale il debitore, in questa fase, non ha alcun titolo per opporsi al sequestro.
C.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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