Crollato il turismo del business Il futuro: natura e cammini spirituali

Sabato 17 Aprile 2021
TURISMO CHE CAMBIA
PORDENONE Oltre un anno senza manifestazioni fieristiche. E si pensi, per fare solo un paio di esempi, quanto attrattivi siano i Saloni internazionali Sicam e Coiltech rispetto a mercati esteri e alle imprese dei relativi settori industriali di riferimento. E oltre un anno anche senza gli spostamenti e gli interscambi (il lavoro da remoto ha di fatto sostituito viaggi di lavoro e visite aziendali) di manager, dirigenti e tecnici che il tessuto produttivo pordenonese fortemente vocato all'internazionalizzazione e all'export ha storicamente avuto. Uno scenario che ha causato il drammatico crollo del cosiddetto turismo del business: un ricco indotto che il sistema locale dell'accoglienza e gli alberghi hanno visto di fatto evaporare con l'emergenza Covid. Come sostituire e rimpiazzare tutti quei turisti internazionali degli affari che gravitavano ogni anno su Pordenone e sul suo sistema economico e fieristico? Un interrogativo sul quale gli operatori turistici del territorio, in primis il Consorzio Pordenone Turismo, ha cominciato a ragionare e a programmare fin dall'anno scorso.
L'SOS ALLA REGIONE
«Siamo davanti - spiega Sergio Lucchetta, presidente del Consorzio a una svolta epocale anche nel nostro comparto. Quale tipo di offerta turistica sarà in grado di fornire il territorio? Su quali asset dovremo puntare? Le aziende torneranno a fare girare i propri manager? E le Fiere potranno operare con gli stessi standard di presenze internazionali di prima? Ecco, tutte domande che condivideremo - commenta il presidente dopo l'incontro di giovedì con l'assessore regionale Bini e la disponibilità di Promotur Fvg a dare supporto - con l'ente regionale e cercheremo insieme di trovare le strade per rilanciare queste nostre terre di mezzo del Friuli occidentale». Intanto, anche se ancora restano incertezze su date e ripartenze il Consorzio non perde tempo. «Anche sulla base dell'esperienza dello scorso - aggiunge Lucchetta - anno una cosa è certa: dovremo puntare molto sul turismo ambientale, naturalistico e spirituale». Le vallate incantevoli delle montagne pordenonesi, il territorio tutelato dei Magredi, gli antichi borghi. «Su tutti questi aspetti lavoreremo moltissimo. Il turista cerca anche la sicurezza sanitaria e questo modo di fare turismo è certamente tra i più sicuri», sottolinea Lucchetta. Molto ci si attende dal Cammino di San Cristoforo: il percorso spirituale e naturalistico ai piedi delle Dolomiti friulane, fra Livenza Magredi e Tagliamento, si apre a quanti scelgono per le proprie vacanze esperienze che facciano bene al corpo e alla mente, vissute all'aria aperta, immersi nella natura più integra, selvaggia e ancora poco frequentata: luoghi di profonda spiritualità, ricche testimonianze di storia, arte e cultura. E il lavoro di sviluppo e promozione del cammino e di altri siti locali nei masi del lockdown è stato fatto. Quest'anno si vedranno i primi veri risultati.
d.l.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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