CORDENONS - (c.a.) Il Tar stoppa la Soprintendenza dei beni architettonici e paesaggistici del Fvg e accoglie la richiesta di sospensiva inoltrata dal Gruppo Cordenons Spa in relazione ai vincoli imposti al capannone industriale della cartiera. Il contenzioso riguarda la copertura del capannone. Lo scorso anno la Spa ha pianificato un'attività di manutenzione straordinaria: alcune coperture vanno sostituite, impermeabilizzate, isolate e messe in sicurezza. I tetti interessati all'intervento hanno una superficie di circa 1.400 mq. (il 4% rispetto al resto del complesso industriale). I lavori prevedono la sostituzione di tegole e tavelle di laterizio, l'impermeabilizzazione e l'isolamento termico.
Per poter intervenire - come spiega l'avvocato Romeo Bianchin che ha curato il ricorso al Tar - serve l'autorizzazione paesaggistica semplificata, in quanto il complesso industriale della cartiera è sottoposto a un vincolo paesaggistico, trovandosi a 300 metri dal al laghetto Venzon e a 150 dalla roggia Molin Brusà. Il progettista ha chiesto l'autorizzazione al Comune, spiegato il motivo dell'intervento e la scelta di sostituire i coppi con il materiale "Isocoppo". «Specificando - osserva Bianchin - che non andava a modificare l'estetica e l'effetto cromatico rispetto alla preesistente vetusta copertura e che le coperture oggetto dell'intervento erano una parte interna dell'immobile, neppure visibile dai corsi d'acqua vincolanti».
Il Comune di Cordenons ha interessato la Soprintendenza, che ha chiesto di mantere la copertura in «laterizio su tavelline». È contro questa disposizione che il Gruppo Cordenons Spa ha fatto ricorso al Tar e ha ottenuto la sospensiva. L'avvocato Bianchin sostiene l'illegittimità del provvedimento della Soprintendenza sia in considerazione della destinazione industriale delle aree che dello scarso impatto paesaggistico dell'intervento. «Del resto - aggiunge - gli edifici oggetto dell'intervento non risultano visibili dall'esterno, sono coperture arretrate rispetto alla sagoma esterna. Esteticamente l'effetto visivo risultava identico a una superficie ricoperta con coppi tradizionali, ma sicuramente con caratteristiche tecniche di resistenza e isolamento decisamente superiore alle imposte tavelline».
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Per poter intervenire - come spiega l'avvocato Romeo Bianchin che ha curato il ricorso al Tar - serve l'autorizzazione paesaggistica semplificata, in quanto il complesso industriale della cartiera è sottoposto a un vincolo paesaggistico, trovandosi a 300 metri dal al laghetto Venzon e a 150 dalla roggia Molin Brusà. Il progettista ha chiesto l'autorizzazione al Comune, spiegato il motivo dell'intervento e la scelta di sostituire i coppi con il materiale "Isocoppo". «Specificando - osserva Bianchin - che non andava a modificare l'estetica e l'effetto cromatico rispetto alla preesistente vetusta copertura e che le coperture oggetto dell'intervento erano una parte interna dell'immobile, neppure visibile dai corsi d'acqua vincolanti».
Il Comune di Cordenons ha interessato la Soprintendenza, che ha chiesto di mantere la copertura in «laterizio su tavelline». È contro questa disposizione che il Gruppo Cordenons Spa ha fatto ricorso al Tar e ha ottenuto la sospensiva. L'avvocato Bianchin sostiene l'illegittimità del provvedimento della Soprintendenza sia in considerazione della destinazione industriale delle aree che dello scarso impatto paesaggistico dell'intervento. «Del resto - aggiunge - gli edifici oggetto dell'intervento non risultano visibili dall'esterno, sono coperture arretrate rispetto alla sagoma esterna. Esteticamente l'effetto visivo risultava identico a una superficie ricoperta con coppi tradizionali, ma sicuramente con caratteristiche tecniche di resistenza e isolamento decisamente superiore alle imposte tavelline».
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