Cinque pagine di accuse allo specialista delle truffe

Martedì 20 Febbraio 2018
IL RAGGIRO
PORDENONE Aveva trovato il sistema di farsi ricaricare gratis le carte PostePay. Carlo Milo, 42 anni, originario di Acerra ma da anni residente a Pordenone, tra il 24 dicembre 2013 e il 3 gennaio 2015 ha truffato diciotto attività commerciali in provincia di Pordenone. Con i suoi raggiri ha incassato oltre 16 mila euro e si è reso protagonista anche di una rapina. Il procuratore Raffaele Tito ha riassunto oltre un anno di raggiri in un capo di imputazione lungo cinque pagine e scandito in 19 punti. La richiesta di rinvio a giudizio è stata esaminata ieri nell'udienza preliminare del gup Rodolfo Piccin, che ha ammesso l'istanza di rito abbreviato presentata dall'avvocato Luca Colombaro. Il processo sarà discusso il 4 giugno e Milo, grazie al rito, in caso di condanna otterrà lo sconto di un terzo della pena.
Le modalità di azione di Milo erano molto semplici. Si rivolgeva a un bar, edicola o tabaccheria che aveva la possibilità di fare ricariche telematiche. Chiedeva di fare due ricariche sulla sua carta PostePay e, approfittando del fatto che il pagamento si fa a operazione conclusa, con la scusa di fare un bancomat perchè era rimasto senza contante, usciva dall'esercizio pubblico e spariva. Il primo episodio gli fruttò 980 euro al centro commerciale Meduna. Con lo stesso sistema truffò una ricevitoria di Cordenons l'8 febbraio 2014 (945 euro). Due colpi a segno il 26 febbraio, quando incassò 900 euro ad Aviano e altri 900 a Budoia. Due giorni dopo raggirò un barista di Valvasone (980 euro). Tornò in azione il 5 marzo a Vittorio Veneto (982 euro) e poi ancora a Pordenone, Pravisdomini, Morsano, Fontanafredda e Zoppola. In un'occasione, per essere più credibile, si presentò come militare dell'Esercito.
Vi è anche la truffa a un meccanico che gli aveva riparato l'auto. Doveva pagare 500 euro, ma prima chiese di provare la vettura. Con uno stratagemma fece scendere il meccanico e scappò via lasciandolo a piedi. Infine, la rapina. Stava trattando l'acquisto di un'auto, ma non aveva soldi. Si mise alla guida dell'auto, una Mercedes Clk, con il proprietario al fianco. Cominciò a minacciarlo e, dopo aver guidato per mezz'ora in modo spericolato e a forte velocità, accostò a bordo strada. Con una spinta buttò fuori dall'abitacolo la vittima e si allontanò. L'auto fu ritrovata una settimana dopo dallo stesso proprietario. Mancava il portachiavi d'oro, che Milo non ha mai restituito.
C.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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