IL RAGGIRO
PORDENONE Aveva trovato il sistema di farsi ricaricare gratis le carte PostePay. Carlo Milo, 42 anni, originario di Acerra ma da anni residente a Pordenone, tra il 24 dicembre 2013 e il 3 gennaio 2015 ha truffato diciotto attività commerciali in provincia di Pordenone. Con i suoi raggiri ha incassato oltre 16 mila euro e si è reso protagonista anche di una rapina. Il procuratore Raffaele Tito ha riassunto oltre un anno di raggiri in un capo di imputazione lungo cinque pagine e scandito in 19 punti. La richiesta di rinvio a giudizio è stata esaminata ieri nell'udienza preliminare del gup Rodolfo Piccin, che ha ammesso l'istanza di rito abbreviato presentata dall'avvocato Luca Colombaro. Il processo sarà discusso il 4 giugno e Milo, grazie al rito, in caso di condanna otterrà lo sconto di un terzo della pena.
Le modalità di azione di Milo erano molto semplici. Si rivolgeva a un bar, edicola o tabaccheria che aveva la possibilità di fare ricariche telematiche. Chiedeva di fare due ricariche sulla sua carta PostePay e, approfittando del fatto che il pagamento si fa a operazione conclusa, con la scusa di fare un bancomat perchè era rimasto senza contante, usciva dall'esercizio pubblico e spariva. Il primo episodio gli fruttò 980 euro al centro commerciale Meduna. Con lo stesso sistema truffò una ricevitoria di Cordenons l'8 febbraio 2014 (945 euro). Due colpi a segno il 26 febbraio, quando incassò 900 euro ad Aviano e altri 900 a Budoia. Due giorni dopo raggirò un barista di Valvasone (980 euro). Tornò in azione il 5 marzo a Vittorio Veneto (982 euro) e poi ancora a Pordenone, Pravisdomini, Morsano, Fontanafredda e Zoppola. In un'occasione, per essere più credibile, si presentò come militare dell'Esercito.
Vi è anche la truffa a un meccanico che gli aveva riparato l'auto. Doveva pagare 500 euro, ma prima chiese di provare la vettura. Con uno stratagemma fece scendere il meccanico e scappò via lasciandolo a piedi. Infine, la rapina. Stava trattando l'acquisto di un'auto, ma non aveva soldi. Si mise alla guida dell'auto, una Mercedes Clk, con il proprietario al fianco. Cominciò a minacciarlo e, dopo aver guidato per mezz'ora in modo spericolato e a forte velocità, accostò a bordo strada. Con una spinta buttò fuori dall'abitacolo la vittima e si allontanò. L'auto fu ritrovata una settimana dopo dallo stesso proprietario. Mancava il portachiavi d'oro, che Milo non ha mai restituito.
C.A.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA PORDENONE Aveva trovato il sistema di farsi ricaricare gratis le carte PostePay. Carlo Milo, 42 anni, originario di Acerra ma da anni residente a Pordenone, tra il 24 dicembre 2013 e il 3 gennaio 2015 ha truffato diciotto attività commerciali in provincia di Pordenone. Con i suoi raggiri ha incassato oltre 16 mila euro e si è reso protagonista anche di una rapina. Il procuratore Raffaele Tito ha riassunto oltre un anno di raggiri in un capo di imputazione lungo cinque pagine e scandito in 19 punti. La richiesta di rinvio a giudizio è stata esaminata ieri nell'udienza preliminare del gup Rodolfo Piccin, che ha ammesso l'istanza di rito abbreviato presentata dall'avvocato Luca Colombaro. Il processo sarà discusso il 4 giugno e Milo, grazie al rito, in caso di condanna otterrà lo sconto di un terzo della pena.
Le modalità di azione di Milo erano molto semplici. Si rivolgeva a un bar, edicola o tabaccheria che aveva la possibilità di fare ricariche telematiche. Chiedeva di fare due ricariche sulla sua carta PostePay e, approfittando del fatto che il pagamento si fa a operazione conclusa, con la scusa di fare un bancomat perchè era rimasto senza contante, usciva dall'esercizio pubblico e spariva. Il primo episodio gli fruttò 980 euro al centro commerciale Meduna. Con lo stesso sistema truffò una ricevitoria di Cordenons l'8 febbraio 2014 (945 euro). Due colpi a segno il 26 febbraio, quando incassò 900 euro ad Aviano e altri 900 a Budoia. Due giorni dopo raggirò un barista di Valvasone (980 euro). Tornò in azione il 5 marzo a Vittorio Veneto (982 euro) e poi ancora a Pordenone, Pravisdomini, Morsano, Fontanafredda e Zoppola. In un'occasione, per essere più credibile, si presentò come militare dell'Esercito.
Vi è anche la truffa a un meccanico che gli aveva riparato l'auto. Doveva pagare 500 euro, ma prima chiese di provare la vettura. Con uno stratagemma fece scendere il meccanico e scappò via lasciandolo a piedi. Infine, la rapina. Stava trattando l'acquisto di un'auto, ma non aveva soldi. Si mise alla guida dell'auto, una Mercedes Clk, con il proprietario al fianco. Cominciò a minacciarlo e, dopo aver guidato per mezz'ora in modo spericolato e a forte velocità, accostò a bordo strada. Con una spinta buttò fuori dall'abitacolo la vittima e si allontanò. L'auto fu ritrovata una settimana dopo dallo stesso proprietario. Mancava il portachiavi d'oro, che Milo non ha mai restituito.
C.A.
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