Centro del riuso e nuova zona di raccolta per limitare l'impatto dell'immondizia

Giovedì 16 Gennaio 2020
Centro del riuso e nuova zona di raccolta per limitare l'impatto dell'immondizia
IL PROGETTO
PORDENONE I lavori per la realizzazione della cittadella dell'economia circolare potrebbero essere avviati entro metà 2021. «Gli uffici spiega l'assessore Stefania Boltin stanno lavorando per accelerare i tempi. Sono in corso le verifiche sull'area da utilizzare: sono stati per ora individuati i terreni, di proprietà del Comune, vicini alla sede di Gea a Vallenoncello. Ma la scelta potrebbe anche ricadere altrove». Nella cittadella dell'economia circolare nasceranno un'ecopiazzola, un centro del riuso ed un impianto a biomasse. Boltin non ha nascosto l'ambizione di guardare sempre più all'ambiente, allo smaltimento dei rifiuti e alla produzione di energia pulita attraverso un piano di auto-mantenimento. Un sistema che non vada a incidere ulteriormente sulle tasche dei contribuenti ma che, anzi, venga loro incontro in termini di abbattimento dei costi della Tari. I tempi non saranno lunghi. È possibile che, finanziamenti permettendo, i lavori possano essere avviati già entro il prossimo anno. Gli investimenti si parla di qualche milione di euro dovranno essere reperiti o attraverso fondi europei oppure ricorrendo ad un partenariato pubblico-privato. Pordenone si candida così a diventare un modello da seguire a livello regionale dove, a quanto pare, non esistono ancora cittadelle dell'economia circolare. Si comincerà con la realizzazione di un centro di riuso, un progetto che una volta redatto da un professionista, dovrà passare, come peraltro anche chiesto anche le minoranze consiliari, attraverso la commissione Lavori pubblici. Si tratta di realizzare una piattaforma che darà una seconda vita a beni in disuso, quelli considerati non più utili e per questo conferiti nell'ecopiazzola. La normativa regionale, tuttavia, non prevede ancora la rivendita di quegli oggetti che sono stati sistemati o riparati. «Abbiamo chiesto a Trieste spiega l'assessore Boltin una modifica al regolamento vigente. Come succede per esempio a Vicenza, un centro di riuso può creare occupazione, impiegando magari anche persone svantaggiate, e, al contempo, dare vita a veri e propri laboratori specifici. È così che dal centro potrebbero uscire, per poi essere venduti (gli introiti andrebbero ad abbattere i costi per la gestione del sito, ndr), mobili, vestiti, corredi ricamati, dispositivi elettronici rigenerati ed oggetti antichi da collezione. Solo per citare alcuni esempi». I beni da recuperare arriverebbero dalla nuova piazzola ecologica, quella che in futuro prenderà il posto di quella attualmente in uso e per la quale sono previsti interventi di sistemazione della pavimentazione e della recinzione. «Sarà un'ecopiazzola moderna, più grande e maggiormente attrezzata. Insomma, a misura di cittadino». Al.Co.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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