Automotive e dazi, lo spettro della crisi

Domenica 13 Ottobre 2019
Automotive e dazi, lo spettro della crisi
IL CENTENARIO
PORDENONE «Aumentare le risorse per ridurre la tassazione sul lavoro dipendente»: è questa la prima richiesta del segretario generale della Cgil Maurizio Landini al Governo per la nuova Finanziaria, ma anche per le leggi di bilancio dei prossimi anni. Landini, ieri a Pordenone in occasione della festa per i cent'anni della Camera del lavoro della Destra Tagliamento, ha dettato le sue priorità in materia di lavoro: per le pensioni, «ragionare su una rivalutazione, a partire dall'estensione della quattordicesima e aprire un confronto vero per cambiare la Legge Fornero», e poi «fare ripartire gli investimenti per creare lavoro» e «lotta all'evasione fiscale senza quartiere: 109 miliardi, di cui 35 sono di Iva».
«Queste spiega sono le cose che abbiamo chiesto e su questo siamo in attesa di avere risposte». Landini ha poi affrontato il tema della necessità di una riforma degli ammortizzatori sociali per le situazioni di crisi, del ruolo delle multinazionali in Italia e delle delocalizzazioni («Serve smettere di dare finanziamenti a pioggia a tutte le imprese, a prescindere da dove tengono le produzioni, cose che in questi anni non sono state fatte») e della crisi dell'automotive, «molto preoccupante perché da noi c'è un ritardo in termini di produzione di auto elettriche e di auto ibride e non abbiamo mai fatto sistema. Non a caso, abbiamo chiesto che venga attivato un tavolo, perché servono politiche che rilancino anche gli investimenti. Lasciar fare al mercato ha portato pochi investimenti, ed è necessario costruire un sistema e ricostruire un sistema di politiche industriali».
Dal segretario provinciale Flavio Vallan le richieste sono invece rivolte alla Regione, e sono quelle di «difendere il welfare, a partire dalla sanità e dalla scuola; politiche attive del lavoro reali, che non prevedano solo una formazione ma la possibilità di arrivare alla ricollocazione dei lavoratori».
SAFOP E SAVIO
Vallan valuta positivamente l'evoluzione della vicenda Safop: «C'è stato un vero piano industriale. Non c'è stata dal territorio un'analoga proposta, che è arrivata invece dagli imprenditori indiani che hanno le idee chiare e hanno iniziato a discutere anche con noi i termini dello sviluppo dell'azienda, hanno riassorbito parte dei lavoratori e hanno investito. È uno dei pochi casi in cui un imprenditore, non locale ma indiano, è riuscito a dare garanzie su un'azienda storica che aveva professionalità. Rispetto a molti fallimenti, questo è un fatto di successo che noi abbiamo approvato e riteniamo di fare la nostra parte, pur consapevoli che ovviamente lo dovrà fare prima di tutto la proprietà, garantendo gli investimenti che finora non sono stati fatti».
Infine Savio, dove «le difficoltà riguardano la riduzione degli ordini e una stagnazione aggravata dai dazi. Il nostro territorio ha molte aziende che esportano e dunque ci preoccupa non solo per questa, ma per altre aziende il divenire di una crisi che sembra affacciarsi anche nella nostra provincia».
Lara Zani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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