A Villotta ci sono trecento animali che aspettano di essere adottati

Giovedì 23 Maggio 2019
A Villotta ci sono trecento animali che aspettano di essere adottati
I NJMERI
PORDENONE Abbandoni, sequestri giudiziari e furti commessi all'interno di proprietà private. A pagare dazio, ancora una volta, sono loro: gli amici a quattro zampe. Poco cambia se sono meticci o di razza. Il vero problema, come sempre più spesso accade, sono i padroni. Incapaci a gestire il loro fido. Così il 2018 rischia di essere ricordato come uno tra gli anni più neri per la Destra Tagliamento. Un anno in cui ad essere aumentati sono stati soprattutto i sequestri giudiziari o per volontà dei sindaci (attraverso specifiche ordinanze) di fronte ad episodi di maltrattamento o perché il cane si è reso protagonista di comportamenti aggressivi. Attualmente nel canile di Villotta sono circa trecento gli animali che aspettano di essere adottati. Sono un centinaio invece quelli che l'associazione Rifugio di Villotta, di cui Aurora Bozzer è presidente, ha deciso di prendersi in carico e che provengono da situazioni più disparate e che spesso versano in condizioni di disagio. «Gestire una struttura così complessa fanno sapere dal canile è sempre più difficile. I cani che arrivano sono tanti e ognuno ha una storia diversa dall'altra. Ci sono quelli custoditi per conto dei comuni convenzionati, quelli che scappano per una banale distrazione del padrone e quelli che sono stati maltrattati o hanno morso qualcuno. Gli abbandoni, per dire il vero, non sono in aumento: è sempre più difficile, infatti, trovare un cane sprovvisto di microchip». Ad essersi stabilizzato, dopo il boom degli anni passati, è anche il fenomeno degli amici a quattro zampe che finiscono nelle mani di individui senza scrupoli ed organizzazioni criminali. Un fenomeno dietro il quale si nascondono traffici di cani da combattimento o da avviare all'accattonaggio, richieste di riscatto e, quando le vittime sono esemplari di razza, il traffico di animali da compagnia di lusso. Per non parlare di quelli venduti come cavie per laboratori dediti alla vivisezione. «Le segnalazioni non mancano ma, per fortuna, da questo punto di vista nel Friuli Occidentale, rispetto ad altre realtà a noi vicine e in particolare le (grandi) città, gli episodi sono limitati». «La vera difficoltà precisano dal canile di Villotta sta nel trovare una nuova casa a quei cani che, soltanto all'apparenza, non vengono considerati da compagnia. Ci riferiamo, in particolare, agli esemplari da caccia - Setter e Pointer inglese solo per citarne alcuni che, invece, sono particolarmente affettuosi e desiderosi di coccole. Oppure quelli più anziani che, come accade sempre più spesso, sono destinati a morire qui, nella nostra struttura, senza aver avuto una seconda chance».
Al.Co.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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