Uno specchio contro la violenza

Martedì 10 Giugno 2014
Torna in città il guerrilla marketing degli studenti di comunicazione dell'università di Padova. La pratica pubblicitaria basata su azioni non convenzionali, a forte impatto sulla gente, e dal budget ridotto, è la protagonista della parte finale del corso di comunicazione pubblicitaria tenuto dal professor Vittorio Montieri, i cui studenti stanno partecipando, come negli anni scorsi, al concorso On the move, organizzato da Pubblicità Progresso, e già vinto l'anno scorso proprio da un team di universitari Padovani.
Tema del 2014, la violenza sulle donne, «e allora abbiamo pensato: cerchiamo di far immedesimare la gente in una donna che abbia subito una violenza, senza essere troppo pesanti e cercando una modalità interattiva», spiega Janet Pegoraro, studentessa padovana 22enne che ha collaborato alla messa in opera di uno strano gioco allo specchio, assieme ai colleghi concittadini Michele Billato, Elisa Rossetto, Caterina Pollio ed allo studente trevigiano Cristal Tonetto.
Disegnata su uno specchio la sagoma del volto di una donna segnato da violenze, i ragazzi hanno invitato i cittadini a «riflettersi e riflettere allo stesso tempo, con la possibilità di lasciare un messaggio su un post-it da applicare sullo specchio, per stimolare anche la riflessione delle altre persone di passaggio - prosegue Pegoraro - siamo felici del fatto che molti uomini si siano fermati a giocare e riflettere, ed abbiamo scelto varie zone della città per raggiungere differenti target». I padovani hanno così potuto specchiarsi ieri dalle 9.30 alle 11.30 in piazza delle Erbe, dalle 12.30 alle 14.30 lungo i navigli, e dalle 16 alle 18 in piazza dei Signori, lasciando messaggi come «le mani non suppliscono al cervello», «il silenzio uccide la dignità», «ricordati di tua madre», ed anche qualche frecciatina spiritosa, come «voglio fare il casalingo» o «i piatti te li lavi da solo».
«Giovedì porteremo a lezione lo specchio e tutti i post-it, ci piacerebbe lasciarlo esposto al Liviano come simbolo permanente della lotta contro la violenza sulle donne», concludono gli studenti.

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