Svizzero ai domiciliari a casa dei genitori

Sabato 26 Ottobre 2019
Svizzero ai domiciliari a casa dei genitori
L'INCHIESTA
PADOVA Ha lasciato ieri pomeriggio la casa circondariale di strada Due Palazzi Nicolò Svizzero, il 42enne broker finanziario dei vip e dell'alta finanza. Dopo quindici giorni di cella il rampollo di buona famiglia, con residenza nel Canton Ticino, ha ottenuto l'attenuazione della misura cautelare. Accogliendo, anche se in misura parziale, il ricorso del suo difensore, l'avvocato Fabio Crea, il Tribunale del Riesame di Venezia gli ha concesso gli arresti domiciliari. Svizzero non lascerà la città, dove peraltro vive abitualmente. Sconterà la detenzione nell'abitazione degli anziani genitori.
L'ORDINANZA
L'avvocato Crea ha puntato al bersaglio grosso impugnando nel merito l'ordinanza del gip Margherita Brunello. Ne ha chiesto l'annullamento sostenendo l'insussistenza del reato di abusivismo finanziario. I giudici hanno però accolto il secondo rilievo della difesa, ovvero la sproporzione tra la custodia cautelare in carcere e la tipologia del reato contestato. Una linea condivisa dal Riesame che ha ritenuto la misura degli arresti domiciliari idonea a scongiurare i pericoli di fuga e di reiterazione del reato.
Il sedicente uomo d'affari avrebbe operato nel mondo della finanza
senza avere uno straccio di abilitazione. Indagando sulle ragguardevoli truffe messe a segno nell'ultimo periodo le Fiamme gialle, coordinate dal pubblico ministero Marco Brusegan, hanno clamorosamente scoperto che Svizzero esercitava l'attività di intermediazione finanziaria senza averne alcun titolo, in palese violazione dell'articolo 166 del Tuf, il Testo unico delle disposizioni in materia. In sostanza il 42enne non può svolgere le funzioni di broker e non ha la qualifica necessaria per gestire sul territorio nazionale investimenti per conto di altre persone, in quanto non risulta iscritto all'albo unico dei consulenti finanziari istituito dalla Consob.
LE VITTIME
Almeno quattro risparmiatori abituati ad affidargli ingenti somme in denaro lo stanno rincorrendo, a suon di denunce, in ogni parte del mondo. Le stanno tentando tutte pur di ottenere la restituzione dei loro capitali. Finora senza risultati apprezzabili. Si tratta di un imprenditore di Monselice, di due industriali milanesi e di un quarto residente a Pavia. Si sono tutti rivolti all'autorità giudiziaria accusandolo di truffa. Avrebbero consegnato a Svizzero la bellezza di trenta milioni di euro. Anche la magistratura elvetica è sulle sue tracce. Nel marzo scorso era stato raggiunto, proprio a Padova, da un mandato di cattura per aver distratto 18,5 milioni di euro durante la sua attività di intermediazione finanziaria. I finanzieri stanno cercando di capire che fine abbia fatto questa enorme mole di denaro. Di tutte queste movimentazioni finanziarie sono state però perse le tracce. Non è chiaro se siano stati messi al sicuro in qualche fondo internazionale in un paradiso fiscale o in qualche conto corrente all'estero. La Procura ha già avviato la rogatoria per setacciare alcune banche a Singapore, in Svizzera e a Dubai.
Luca Ingegneri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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