«Sbagliate le analisi sui farmaci»

Mercoledì 25 Settembre 2019
«Sbagliate le analisi sui farmaci»
ESTE
Un alibi di ferro per la notte dell'omicidio e analisi tossicologiche non attendibili sul corpo dell'anziana, che nel sangue presentava tracce di un antidepressivo mai prescritto - il Citalopram - e una concentrazione tossica di Rytmonorm, un farmaco usato per curare le aritmie cardiache. È quanto è emerso ieri mattina dalla terza udienza del processo a carico di Arianna Chinchio, la 37enne atestina accusata di aver architettato la rapina poi culminata nel brutale omicidio dell'anziana Liliana Armellini, da cui lavorava come badante. Era stata proprio la Chinchio a trovare il corpo senza vita della 73enne la mattina del 23 maggio 2016 nella sua abitazione di via Pilastro, a Este mentre l'esecutore materiale del delitto è l'ex fidanzato, Michele Bonaldo, condannato a 30 anni di carcere. Ieri mattina di fronte alla Corte d'Assise del Tribunale di Rovigo, la difesa affidata all'avvocato Marco Petternella si è giocata le proprie carte puntando innanzitutto a confermare l'alibi della 37enne, che la sera dell'omicidio ha mangiato una pizza con Liliana Armellini, per poi rientrare a casa in bicicletta verso le 20.15. «Arianna è rimasta a chiacchierare un po' con noi, ha giocato con il figlio, gli ha corretto i compiti e poi è andata a letto e non si è mossa dalla sua stanza ha detto la madre ne sono sicura perché me ne sarei accorta. La mattina dopo l'ho svegliata alle 6, come sempre». Il padre si è avvalso invece della facoltà di non rispondere, mentre i consulenti della difesa hanno smontato i referti tossicologici fatti dal laboratorio di igiene ambientale e tossicologia di Mestre, su incarico della Procura, rappresentata in aula dal pm Sabrina Duò. «Tra il prelievo dei campioni ematici e le analisi sono trascorsi dieci giorni ha sottolineato Nicola Fusaro, docente di criminologia all'università di Roma nel frattempo il laboratorio ha avuto un guasto. Verosimilmente i valori elevati potrebbero essere frutto di un errore rispetto al quale manca una contro verifica. L'esame infatti non è stato ripetuto, come prevedono invece i protocolli». Secondo la procura la Chinchio, oltre a fornire informazioni all'esecutore materiale del delitto, avrebbe stordito l'anziana attraverso un cocktail di farmaci. Ma il medico Fabio Colaiuda ha spiegato che la concentrazione di Citalopram (forse assunto per sbaglio bevendo da un bicchiere sporco) rientra nella dose terapeutica, senza aver provocato quindi la sonnolenza da sovradosaggio. Quanto ai livelli tossici di Rytmonorm: se la Armellini avesse assunto più compresse del dovuto, alle 20.30 non sarebbe stata in giardino a fumare e a chiacchierare con i vicini ma avrebbe accusato pesanti disturbi. Se invece qualcuno avesse tentato di somministrarglielo a sua insaputa, sbriciolato sulla pizza o disciolto in acqua, se ne sarebbe accorta subito perché le compresse hanno un gusto amaro. Secondo i consulenti, quindi siamo in presenza di un errore di laboratorio. L'udienza è stata aggiornata al prossimo 30 ottobre.
Maria Elena Pattaro
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