«Pagheremo per anni questa contaminazione»

Giovedì 21 Febbraio 2019
MONTAGNANA
«I danni della contaminazione da Pfas li stiamo pagando sulla pelle dei nostri figli». Non è un'affermazione retorica quella delle mamme del comitato Zero Pfas di Montagnana, ma l'amara presa d'atto delle gravi ricadute dell'inquinamento sulla salute delle donne in stato di gravidanza e dei neonati. Nei giorni scorsi, infatti, è stato pubblicato lo studio sugli esiti materni e neonatali in relazione alla contaminazione da Pfas. La ricerca, che copre l'arco di tempo compreso tra il 2003 e il primo semestre del 2018 è stata condotta dal Registro nascita coordinamento malattie rare Regione Veneto. I risultati, aggiornati dopo l'allargamento dell'area rossa, in cui ora rientrano ben 30 comuni del Basso Veneto, riguardano l'incidenza della contaminazione sui disturbi materni e neonatali. I risultati mostrano un incremento di pre-eclampsia per le gestanti dell'area rossa rispetto alle mamme delle zone non contaminate: il 4,71% contro il 3,97%. La contaminazione da Pfas sembra acuire dunque il rischio di contrarre questa sindrome, caratterizzata da edemi, presenza di proteine nelle urine e ipertensione. Anche l'incidenza del diabete gravidico è maggiore nell'area rossa (4,23%) rispetto alla zona di controllo (2,78%). Lo stesso vale per i disturbi neonatali: nell'area a più alta contaminazione la probabilità di nascere sottopeso è del 29% più alta rispetto all'area di confronto. Non solo: a mano a mano che ci si allontana dall'area rossa, l'incidenza dei nati sottopeso cala progressivamente. Più numerosi rispetto alle aree non contaminate anche i casi di difetti cardiaci congeniti (1,73% contro lo 0,84%) e di malformazioni al sistema nervoso (0,36% rispetto al 0,14%). Per quanto lo studio non permetta di individuare un rapporto causa-effetto tra esposizione da Pfas e esiti di salute, visto che non dispone del dato di contaminazione individuale, alle mamme No Pfas i dati sembrano molto eloquenti. «La Regione presenta il conto a Miteni: 4,8 milioni di euro, l'Ispra quantifica il danno ambientale in 136,8 milioni: la cifra minima chiesta dal Ministro dell'Ambiente come risarcimento afferma Patrizia Zuccato, referente delle mamme No Pfas di Montagnana questo rapporto invece è il conto che è stato presentato a noi cittadini. Lo stiamo pagando e continueremo a pagarlo sulla pelle dei nostri figli. Non possiamo cancellare quello che è successo, però abbiamo il dovere di chiedere giustizia e di impedire che simili tragedie si ripetano».
M.E.P.
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