LA TESTIMONIANZA
SAN PIETRO IN GU «E' il mio quarto figlio. Sono partito

Giovedì 14 Novembre 2019
LA TESTIMONIANZA
SAN PIETRO IN GU «E' il mio quarto figlio. Sono partito da un garage arrivando a questo». Sono le parole di Angelo Gallio, 72 anni, il capitano dell'impresa Rotogal. L'ha fondata nel 1972 con la moglie Bianca, vi lavorano le figlie Michela e Alessandra con il marito Diego Fasolo e poi c'è il figlio Luca. Tutti si sono messi a disposizione dei vigili del fuoco e degli altri tecnici accorsi per l'incendio. Angoscia profonda nell'osservare le fiamme che hanno rischiato di annientare un lavoro creato in quasi mezzo secolo di fatiche, che dà da vivere a più di una sessantina di famiglie.
«Visto quello che sta accadendo - dice Gallio - il primo pensiero è positivo: per fortuna nessuno si è fatto male. Alle 6.55 - spiega - è squillato il mio telefonino segnalandomi l'allarme antincendio. Ho telefonato immediatamente a mio genero chiedendogli se la stessa segnalazione era giunta anche a lui. Me l'ha confermato e mi ha detto che c'era un incendio nel capannone del deposito delle materie prime, è ampio 700 metri quadrati, e che aveva già chiamato i vigili del fuoco. Allora continua nella sua la testimonianza dei drammatici minuti Gallio - ho aperto la finestra. Abito quasi di fronte all'azienda. Ho visto la colonna di fumo nero e le fiamme molto alte. Mi sono vestito in tutta fretta e sono corso a vedere. Abbiamo provato con gli operai ad intervenire con le manichette, poi sono arrivati i vigili del fuoco e ci hanno detto di allontanarci subito».
Le ore d'ansia si sono alleggerite poco prima di mezzogiorno quando si è avuta la notizia che l'incendio era sotto controllo e che era stato limitato al solo capannone deposito. Lo spazio dal quale, dopo il garage, è cominciata l'attività d'impresa.
LE CAUSE
Il titolare propende per una matrice accidentale, magari una scintilla partita da un contatto elettrico, mentre esclude in modo categorico l'ipotesi che qualcuno abbia gettato in quel capannone una sigaretta ancora accesa. «Non so spiegarmi come sia potuto accadere una cosa simile - continua - L'allarme ha funzionato, non c'è nulla che possa generare un incendio. Non ci sono muletti sotto carica o altri macchinari che possano far sviluppare un incendio. Ci sono solo i fogli ed i nastri di materiale da lavorare. Inoltre pochi minuti prima che scattasse l'allarme, un operaio era entrato a prendere dei prodotti. Poi, dopo nemmeno 5 minuti, l'incendio».
Sul posto sono giunti anche i periti dell'assicurazione per valutare direttamente l'accaduto e rendere più celeri i tempi del risarcimento. Tutto ovviamente in base a quanto specificherà la perizia, possibile solo quando il rogo sarà spento ed il capannone messo in sicurezza, perché ieri era a rischio crollo. Quasi certamente sarà da abbattere.
L'azienda è una società in nome collettivo. La proprietà rischia quindi nell'attività d'impresa con tutti i beni, anche quelli personali. Il signor Gallio non ha mai voluto modificare la forma legale anche se più di qualche commercialista gliel'ha suggerito.
I PROGRAMMI
In corso di ultimazione il nuovo capannone di quattromila metri quadrati. Nuovi investimenti nell'ampliamento, nel segno dello sviluppo e quindi di ulteriori posti di lavoro. Il nuovo spazio non è stato intaccato dalle fiamme. «All'inizio del prossimo anno è prevista l'apertura dei nuovi spazi. Ringrazio - conclude l'imprenditore - i vigili del fuoco per tutto quello che hanno fatto e tutti coloro che hanno lavorato in questa situazione. E' distrutto il deposito, tutto il resto è salvo. Se il fuoco fosse arrivato nel capannone adiacente, quello della produzione, sarebbe stato il disastro»
Michelangelo Cecchetto
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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