LA SFILATA
MONSELICE Non smette di stupire il corteo storico delle nove contrade

Lunedì 16 Settembre 2019
LA SFILATA MONSELICE Non smette di stupire il corteo storico delle nove contrade
LA SFILATA
MONSELICE Non smette di stupire il corteo storico delle nove contrade della Giostra della Rocca, che ieri mattina, per la 34. edizione, ha offerto al pubblico uno spettacolo dal sapore antico, con la perfetta rievocazione della società medioevale. Ad aprire il corteo una rappresentanza dell'amministrazione comunale, in costume. Un drammatico fuori programma, con l'interruzione della sfilata a causa del malore di una signora del pubblico, per la quale si è reso necessario l'intervento dell'ambulanza, ha per un attimo congelato l'atmosfera gioiosa della mattinata. Ma poi, saputo che non si trattava di nulla di grave, l'evento è ripartito là dove era stato interrotto, con gli oltre duemila figuranti applauditissimi dalle migliaia di spettatori distribuiti lungo le vie del centro storico.
LE ESIBIZIONI
Ad aggiudicarsi la vittoria è stata la contrada di San Giacomo, con il gonfalone listato a lutto per la recente scomparsa del contradaiolo Federico Lupi. Dopo l'esibizione dei fieri tamburini, è stata la volta della sfilata dei nobili e poi del popolo, con i suoi convincenti straccioni. A conquistare la giuria, però, è stata l'originale rappresentazione messa in atto sul commercio via mare, con una fedele riproduzione di un'imbarcazione dell'epoca, fatta dal capocontrada Paolo Cavestro e altri contradaioli, e una divertente scenetta in lingua veneta. Secondo posto, a pari merito, per la contrada del Carmine e quella di San Martino. La contrada del Carmine, la prima a sfilare, ha messo in scena l'assalto della Torre, data alle fiamme. Maestoso il passaggio di Ezzelino da Romano, su un imponente cavallo nero. La contrada di San Martino ha presentato una proposta come sempre ricca e apprezzatissima. Tra conciatori di pelle, monelli di strada, falconieri e mangiafuoco sui trampoli, sono state tantissime e varie le figure che hanno sfilato tra il pubblico. Regale il passaggio dell'imperatore Federico II, immancabile personaggio storico della contrada.
ARMIGERI E TAMBURI
Ha guadagnato il terzo posto la contrada di Ca' Oddo. Dopo l'incedere ritmato del gruppo dei tamburi, hanno sfilato nobili e popolani, ed è stata messa in scena la storia di Araldo e Monte. Al quarto posto, a pari merito, si sono classificate le contrade di San Cosma e San Bortolo. La prima ha fatto il suo ingresso trionfale al suono dei tamburi e delle chiarine. Convincente il gruppo degli armigeri e tenerissimo il bimbo con i capelli rossi spinto su un passeggino in legno da un'altra bimba. Degno di nota, poi, lo spettacolo rappresentato dalla contrada biancoverde. Una moglie, devota di Sant'Antonio, ha tentato il suicidio dopo che il marito si è rifiutato di recarsi con lei al Santuario. Ma è stata salvata dalle acque del canale, completamente asciutta. San Cosma ha poi proposto il rapimento di Speronella. Quanto alla contrada di San Bortolo, dopo l'esibizione del suo gruppo tamburi, già vincitore della Tenzone, ha convinto la giuria con i pescatori di gamberi e la ricca sfilata dei prodotti della campagna. Quinto posto, ancora a pari merito, per la contrada di Marendole e quella di Monticelli. La contrada bianconera ha narrato la storia di un popolano minacciato di morte per non voler partecipare alle crociate e costretto quindi suo malgrado ad arruolarsi. La contrada di Monticelli, invece, è stata caratterizzata dalla presenza di un simpatico gruppo di monache, seguito dal carretto con gli strumenti da cucito e le piante officinali. Sesto e ultimo posto, infine, per la contrada della Torre, che ha narrato il matrimonio di Selvaggia, figlia dell'Imperatore Federico II, con il tiranno Ezzelino, facendo uscire i figuranti dal Duomo Nuovo.
Ca.B.
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