LA GIORNATA
PADOVA Sono all'incirca le 10.30 quando si vede uscire un uomo dall'asilo

Venerdì 25 Settembre 2020
LA GIORNATA PADOVA Sono all'incirca le 10.30 quando si vede uscire un uomo dall'asilo
LA GIORNATA
PADOVA Sono all'incirca le 10.30 quando si vede uscire un uomo dall'asilo notturno di via del Torresino, dove si trovano i senzatetto positivi al coronavirus. Giacca scura e zaino verde in mano, di nazionalità straniera, esce con molta calma e si dirige verso il centro. Come se niente fosse, come se quella di ieri fosse una mattinata qualsiasi e dopo colazione fosse venuto il momento di tornare sulla strada.
Giunto alla cancellata della Biblioteca del Seminario all'angolo tra via del Seminario e via Andrea Memmo viene avvicinato da due poliziotti che gli dicono di fermarsi. Poco dopo arrivano i rinforzi e l'uomo si ritrova circondato. Gli agenti e i carabinieri non si avvicinano troppo, non lo toccano. Quell'uomo è positivo al Covid-19 e loro indossano mascherina e guanti, non sono bardati dalla testa ai piedi come gli operatori sanitari che per tutta la giornata si prenderanno cura dei senzatetto.
Ma non può fuggire, deve restare in quarantena altrimenti potrebbe infettare decine se non centinaia di persone. Si tengono a debita distanza ma non gli lasciano scampo. In trappola, strappandosi la mascherina dal volto urla: «Non sono malato!».
Le forze dell'ordine gli dicono di tornare indietro. Lo fanno con calma, per non indurlo a scatti pericolosi, per mantenerlo tranquillo. Lo straniero non ha scelta a meno di non dare inizio a una colluttazione. Fa dietrofront e ripercorre la strada verso l'asilo notturno gestito dalla cooperativa Cosep, attiva dal 1984 e dedita all'aiuto di minori in difficoltà, stranieri, disabili, tossicodipendenti e senza tetto. Tornando indietro sbatte lo zaino verde sulle gambe, come un bambino pesta i piedi perché gli sono negate le caramelle. E poi torna a urlare all'indirizzo dei giornalisti che stanno seguendo la scena: «Non sono malato!».
Si ferma un momento e con lui anche poliziotti e carabinieri. «Non è per soldi, non è per soldi grida, puntando l'indice al cielo È per Dio!». Un agente gli tocca la spalla per farlo proseguire. Cosa abbia voluto dire non è chiaro. Arrivato alla porta entra senza più gridare ma non c'è verso di fargli rimettere la mascherina. «Per favore, dai, metti la mascherina» si sente implorare una donna all'interno, probabilmente un'operatrice sanitaria dell'Ulss assegnata all'asilo notturno.
Poi, il silenzio cala di nuovo su via Torresino. «Era inevitabile succedesse una cosa del genere - dice Francesco Vitale, un residente che ieri mattina portava a passeggio il cagnolino - Ora vedremo di far disinfettare il portone d'ingresso perché di solito si appoggiano o si siedono sul gradino. Siamo preoccupati, eccome se lo siamo. Mai visti con la mascherina, non ci sono controlli di nessun genere, fanno quello che vogliono. E in questa zona paghiamo un affitto caro, per cosa? Per avere questa situazione sotto casa?».
Verso le 11.30 è arrivato il direttore sanitario dell'Ulss 6 Euganea Fabio Verlato con la sua squadra. Cuffia, guanti, calzari, visiera e camice lungo, è entrato nell'edificio per verificare la situazione. Nel frattempo la polizia ha fatto transennare l'area e durante la giornata di ieri nessuno poteva passare, né a piedi né in macchina, per questioni di sicurezza.
Dopo i momenti di concitazione iniziale la situazione è tornata tranquilla ma un presidio delle forze dell'ordine è rimasto. I positivi resteranno per ora all'interno dello stabile che non è progettato per tenere al proprio interno le persone come una prigione, quindi servono misure di sicurezza aggiuntive: ecco il motivo del presidio e della strada transennata.
Chiunque passi da via Torresino si volta a guardare l'asilo notturno. C'è preoccupazione nei loro occhi. Si voltano due o tre volte i passanti, e quando si avvicinano all'angolo con via Aleardo Aleardi accelerano il passo, quasi timorosi che il virus possa inseguirli se esitano.
Silvia Moranduzzo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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