La campagna #Restateacasa ha evitato 800 ospedalizzazioni

Martedì 31 Marzo 2020
La campagna #Restateacasa ha evitato 800 ospedalizzazioni
Ottocento ospedalizzazioni evitate nelle ultime quattro settimane con, ad oggi, 98 ricoveri in meno al giorno. Ecco, scientificamente parlando, il risultato del #restateacasa, dei continui inviti a evitare assembramenti e a rispettare almeno un metro di distanza. E' quando hanno concluso i ricercatori dell'Università di Padova che animano la piattaforma Covid-19ita: incrociando i positivi al tampone, i contagi e i deceduti con la mera statistica, gli studiosi hanno valutato l'esito di quasi un mese di ordinanze e restrizioni nella vita quotidiana in Veneto. Ebbene, il risultato sono ottocento vite salvate, con un rallentamento medio di infettati che sfiora il centinaio rispetto alle iniziali previsioni esponenziali. Ovvero persone che avrebbero potuto ammalarsi, e invece no. Covid19ita, sviluppato dall'Unità di Biostatistica, epidemiologia, e sanità pubblica del Dipartimento di Scienze Cardio-toraco-vascolari e Sanità pubblica dell'Ateneo di Padova, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze cliniche e biologiche dell' Università di Torino e del Dipartimento di Medicina traslazionale dell'Università del Piemonte Orientale, ha come primario obiettivo proprio quello di misurare l'effetto delle politiche sanitarie implementate in Veneto a contenimento dell'epidemia Covid-19. «Le nostre analisi - illustra il professor Dario Gregori, responsabile dell'Unità di Biostatistica, coordinatore del progetto - hanno confrontato l'andamento prevedibile in base ai dati al 3 marzo con l'andamento effettivamente riscontrato in Veneto, per capire se parte o tutte le azioni abbiano avuto un effetto plausibile di rallentamento sull'evolversi dell'epidemia. Abbiamo constatato che c'è stato effettivamente un rallentamento dopo il 3 marzo, giorno in cui si è osservato un cambiamento nell'andamento epidemico». I ricercatori hanno anche notato che, a maggiore diffusione di tamponi, corrisponde una minore pressione sulle terapie intensive, ultima spiaggia per cercare di vincere il virus. «All'aumentare in modo consistente del numero dei tamponi - argomenta Gregori - decresce il numero dei ricoveri in terapia intensiva perchè i pazienti positivi vengono intercettati ben prima dell'avvento di complicanze. Identificare in modo precoce i casi che domani potrebbero diventare sintomatici o, ancor peggio, infettare altre persone, è dunque una strategia vincente».
Federica Cappellato
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