L'INCHIESTA
PADOVA Gli undici canapa shop passati al setaccio da polizia, carabinieri,

Venerdì 23 Agosto 2019
L'INCHIESTA PADOVA Gli undici canapa shop passati al setaccio da polizia, carabinieri,
L'INCHIESTA
PADOVA Gli undici canapa shop passati al setaccio da polizia, carabinieri, Finanza e polizia locale sono perfettamente in regola. Le analisi di laboratorio hanno confermato, nelle decine di campioni di prodotto sequestrato, che non c'è alcun principio attivo. Tradotto, non è droga. Così il pubblico ministero Sergio Dini, titolare dell'indagine, ha chiesto l'archiviazione. Ora l'ultima parola spetta al giudice delle indagini preliminari.
I CONTROLLI
Era maggio di quest'anno quando il Ministro dell'Interno, Matteo Salvini, ha voluto dare un giro di vite a questa tipologia di attività commerciali. Allora il prefetto Renato Franceschelli durante una riunione tecnica di coordinamento, ha emanato delle direttive per la pianificazione dei controlli da parte delle forze dell'ordine nei confronti di questi esercizi, il questore ha convocato un tavolo tecnico durante il quale ha suddiviso tra polizia, carabinieri, Finanza e vigili il controllo delle 11 rivendite da controllare presenti in città. Inoltre la Corte di Cassazione ha stabilito che commercializzare i prodotti derivati dalla cannabis light è reato. La direttiva emessa dal Ministero dell'Interno faceva anche riferimento all'ubicazione dei canapa shop, vietandola ...Nelle vicinanze di luoghi sensibili quanto al rischio di consumo delle sostanze, come le scuole, gli ospedali, i centri sportivi, i parchi giochi, e, più in generale, i luoghi affollati e di maggiore aggregazione, soprattutto giovanile....
LE ANALISI
Polizia, carabinieri, Guardia di Finanza e agenti della municipale hanno controllato almeno undici attività, sequestrando numerosi campioni di prodotto. Tutto il materiale è stato analizzato in laboratorio ed è emerso che le concentrazioni di Thc (tetraidrocannabinolo) uno dei maggiori principi attivi della cannabis, sono risultate inferiori allo 0,5. Tradotto, non è droga. Insomma, i canapa shop non hanno mai venduto sostanza stupefacente e di conseguenza la loro attività è risultata conforme alle regole. La direttiva, emessa dal Ministero dell'Interno, sottolineava che tra le finalità della coltivazione della canapa industriale non è compresa la produzione e la vendita al pubblico delle infiorescenze, in quanto potenzialmente destinate al consumo personale, in quantità significative da un punto di vista psicotropo e stupefacente, attraverso il fumo o analoga modalità di assunzione. Ma adesso c'è la certezza scientifica che non si trattava di droga e per questo motivo la Procura ha chiesto l'archiviazione del caso. Alcuni titolari di canapa shop, spaventati dai controlli a tappetto effettuati dalle forze di polizia, per non incappare in guai avevano chiusa l'attività. In un paio di casi carabinieri e Finanza avevano sequestrato rispettivamente 18 grammi di cime di marijuana light e altri 2.560 grammi di marijuana, che in un primo momento sembravano dal principio attivo molto alto. In realtà, analizzati, si è scoperto che non si trattava di sostanza stupefacente.
M.A.
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