Il prefetto: «Bagnoli o un'altra caserma»

venerdì 11 settembre 2015
«La tendopoli nell'area dell'ex caserma Prandina verrà chiusa. È probabile che si realizzi un altro piccolo centro di accoglienza con caratteristiche simili. Si tratterà di una caserma. Bagnoli? È attenzionata e in probabile programmazione. Qualsiasi nuovo centro comunque sarà dotato di moduli abitativi».
VIA LA PRANDINA

Così, ieri mattina, il Prefetto Patrizia Impresa, a margine della firma della convenzione con altri quattro comuni per impiegare i profughi in piccoli lavori di manutenzione, ha tracciato il futuro dell'accoglienza sul territorio. La situazione oggi vede 1.150 migranti ispitati. Di questi 350 sono nelle tende allestite alla Prandina a pochi passi da Corso Milano dove oggi sono previsti altri 18 arrivi.
Gli altri migranti sono ospiti in varie strutture della provincia, alberghi, ostelli, palazzi, compresi appartamenti di privati in convenzione con le cooperative che hanno vinto il bando per l'assistenza. Ma fra due mesi saremo in inverno, la tendopoli non può resistere. Dunque entro il 3 novembre verrà sicuramente smantellata. E una delle alternative è l'ex base missilistica di Bagnoli, dove domenica arriverà il segretario della Lega, Salvini.
Una via d'uscita potrebbe essere rappresentata dall'accoglienza nelle parrocchie favorita dal papa e caldeggiata anche l'altro giorno da Alfano. Ma il percorso di sensibilizzazione delle comunità cristiane è lungo per i tempi dell'emergenza. «Ho una grande speranza nel nuovo vescovo al quale porrò subito il problema» ha detto ieri Patrizia Impresa. «Vanno bene anche strutture dismesse della Curia e le parrocchie». Ma anche gli ex conventi. «E sono certa che il Papa troverà il sistema per produrre riflessioni immediate».
LA POLEMICA

Sull'incontro al Viminale a cui ha partecipato e i riflessi sui sindaci il Prefetto ha dichiarato: «Al ministro ha fatto molto piacere aver incontrato il territorio che pure ha espresso le proprie perplessità. Non ci sono vincitori e vinti ma un dialogo aperto. Di certo il ministro si è pronunciato per una ospitalità parcellizzata. Del resto è la storia che si muovendo». Dunque il Comune di Padova fa male a gridare il suo no? «Certe forze politiche continuano a strumentalizzare il tema dei profughi per fini elettorali. Ma io faccio un altro lavoro, sono un tecnico e cerco di risolvere i problemi. Sono molto dispiaciuta comunque che resti fuori anche da questi programmi che costuiscono un segnale di intelligenza e di impegno che supera l'accoglienza. Se una parte di profughi potesse contribuire lavorando farebbe un duplice bene perché solleverebbe la città da tante angosce e paure».
Nel pomeriggio arriva la replica di Bitonci: «Sono stato eletto per tutelare gli interessi dei padovani. Fedele al mio mandato, non ho alcuna intenzione di occuparmi di clandestini. Un problema europeo non compete al sindaco di Padova. Il prefetto Patrizia Impresa ha sempre sostenuto di essere il responsabile unico dell'ordine pubblico. La prego di impegnarsi di più: non vorrei che per togliere le castagne dal fuoco ad Alfano, tralasciasse quello ritiene essere il suo incarico esclusivo. La Lega è sempre stata favorevole alla abolizione delle prefetture: mi risulta che quella di Rovigo sia fra quelle che saranno cancellate. Il Governo faccia risparmiare i cittadini e osi di più».
LA CONVENZIONE

La convenzione unisce Monselice, Rubano, Torreglia e Stanghella, così come il 30 luglio era toccato a Este Battaglia, Baone e Due Carrare. Ieri alla firma c'erano i sindaci Francesco Lunghi, Sabrina Doni, Filippo Legnaro e Sandro Moscardi. Con loro per Ecofficina Gaetano Battocchio, per Città Solare Maurizio Trabuio, per Altre Strade Angelo Mussoni. I migranti presenti lavoreranno come volontari a titolo gratuito.
Lunghi è uno dei grandi sostenitori della microaccoglienza. «Da noi ce ne sono 54 e non c'è stato alcun problema. Per questo dico che un sindaco anche di un comune piccolo non può vivere fuori dalla storia o dire che il problema non esiste».
Sabrina Doni, sindaco di Rubano insiste sul tema. «Questi sono piccoli passi che serviranno per un futuro di civiltà. Tutti devono prendersi responsabilità. Noi lo facciamo e sono sicura che anche i cittadini di Rubano vedranno i risultati». Il sindaco di Torreglia, Filippo Legnaro: «Per trasformare i profughi da problema ad opportunità dobbiamo superare la paura. In quanto ad Alfano ieri ci ha ascoltato, ma non possiamo rimanere orfani della città capoluogo in questa iniziativa». Infine Sandro Moscardi, Stanghella. «Siamo in 4.300, abbiamo sei profughi ma ci sentiamo abbandonati».

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