IL LUTTO
PADOVA È inarrestabile l'ondata di commozione che ha avvolto, come

Giovedì 18 Febbraio 2021
IL LUTTO
PADOVA È inarrestabile l'ondata di commozione che ha avvolto, come una calda carezza, il professor Giuseppe Basso, scomparso a 73 anni dopo una strenua battaglia contro il Covid-19, persa l'altra notte in una stanza di Terapia intensiva del Policlinico.
«Era una persona speciale: un medico, un ricercatore, un sognatore, un costruttore e tanto di più. In tanti ricordano il suo lavoro, le tante vite salvate. Io ricordo l'uomo, l'amico. Beppe - argomenta l'immunologa Antonella Viola - fu la prima persona ad accogliermi a Padova, 20 anni fa, quando rientrai da Basilea. Il mio laboratorio non era pronto, non avevo un posto dove stare e lui, con la semplicità e la generosità che non lo hanno mai abbandonato, mi propose di condividere lo studio». Lui era già primario, direttore dell'Oncoematologia, lei neppure ricercatrice. «Beppe aveva capito che la ricerca è così: condivisa, generosa, e che la collaborazione viene prima della gerarchia accademica o del mio e tuo. Così l'ho ritrovato molti anni dopo, quando sono entrata nell'Istituto di ricerca pediatrica, lo stesso spirito di accoglienza ed entusiasmo. Ho condiviso con lui la scelta di prendere la direzione di quello che era stato fino a quel momento il suo regno. Quando mi venne offerta la direzione, fu la prima persona con cui mi confrontai e non vi nascondo che gli dissi apertamente: se a te non va bene, io rifiuto. Ma lui non mi chiese di rifiutare, e mi aiutò a inserirmi in un mondo a me poco conosciuto. Oggi voglio quindi ringraziarlo e ricordarlo per l'entusiasmo da eterno ragazzino e la generosità che solo i grandi uomini sanno mettere in pratica. Grazie a nome dei bambini, delle famiglie, dei ricercatori, dell'Istituto di ricerca pediatrica. Grazie per essere stato mio amico».
La collega Liviana Da Dalt, direttore del Dipartimento ospedaliero per la Salute della donna e del bambino, lo rimpiange come «un grande uomo, un grande pediatra, un grande ricercatore, una persona appassionata, tenace, combattiva, nello stesso tempo intelligente, sincera, esuberante. Lui è stato un maestro, ha fatto la storia della Pediatria e dell'Oncoematologia pediatrica: ha portato all'eccellenza Padova a livello nazionale e internazionale. Ci mancherà, conserveremo di lui un ricordo molto, molto, molto intenso».
Perdere un amico è sempre una grande tristezza, riflette il chirurgo Giorgio Enrico Gerunda, particolarmente quando la dipartita non si riflette solo nella sfera delle emozioni e dei ricordi, ma anche nella consapevolezza che la società tutta, non solo quella medica, ha perso una persona di grande spicco e che avrebbe saputo dare ancora molto. «Il professor Basso ha dedicato tutta la sua vita a curare bambini, dando loro non solo le cure più innovative - riflette Gerunda - ma anche il calore dell'affetto con cui riscaldava il cuore di ognuno di loro. Non trattava quei bambini come pazienti, ma come figlioli a cui doveva pensare ogni giorno per il bene loro e dei loro genitori, che ansiosi e tremanti lo cercavano in ogni momento per sapere come andava. Ha dedicato la sua vita anche all'insegnamento e alla ricerca, in collaborazione con le strutture pediatriche più prestigiose del mondo, il tutto per offrire a quei bambini l'aiuto più innovativo e all'avanguardia possibile».
«La morte di Beppe, con cui per quarant'anni si sono condivisi momenti di vita, passione, dedizione e profondo credo per la Pediatria, ci lascia scossi e profondamente addolorati»: così i colleghi e amici di sempre, Franco Zacchello, Eugenio Baraldi, Ornella Milanesi.
I funerali del professore, che due anni e mezzo fa aveva lasciato la direzione della Clinica di Oncomeatologia pediatrica di Padova per raggiunti limiti d'età, si terranno sabato nella Basilica di Santa Giustina alle ore 10.30.
Federica Cappellato
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci