I sindacati: «Colpiti i precari, adesso servono incentivi»

Mercoledì 24 Giugno 2020
I sindacati: «Colpiti i precari, adesso servono incentivi»
IL PARERE
PADOVA «I precari in attesa di essere assunti, i lavoratori autonomi con partita Iva e i lavoratori atipici rischiano di incontrare un'onda lunga che va ben oltre gli ultimi quattro mesi di emergenza sanitaria». I sindacati chiedono una rivoluzione delle politiche del lavoro, attraverso la valorizzazione del ruolo degli enti bilaterali e incentivi alle nuove assunzioni. «Questa crisi ha colpito nel mucchio dichiara Aldo Marturano, segretario generale della Cgil di Padova - ma ha fatto emergere in misura radicale quelle che erano le criticità che conoscevamo da sempre. Al centro c'è una frammentazione infinita dei posti di lavoro che riguarda i lavoratori più fragili non stabilizzati. In provincia di Padova due terzi del mondo del lavoro rientra nel settore terziario. Pensiamo ai servizi alle persone, alla ristorazione, al turismo. Questo settore è caratterizzato da una fortissima precarietà, il lockdown e i cali di fatturato aziendali non hanno fatto altro che aggravare una situazione già molto delicata. Molti lavoratori si trovano in condizioni difficili con contratti a tempo determinato oppure con contratti a chiamata, seguendo la logica del Ti chiamo se ho bisogno. Dal 2008 a oggi l'80% dei nuovi occupati è a tempo determinato».
La frenata si nota di più nei settori come terziario, turismo e commercio. «L'urgenza primaria è legata ai contratti somministrati a tempo determinato aggiunge Marturano -, per molti il rischio di un mancato rinnovo è concreto. Poi c'è la questione dei mancati avviamenti al lavoro. Il precariato è costituto in buona fetta da giovani e da donne. Così, l'emergenza sembra aver portato a galla una serie di mancanze strutturali e di nodi mai sciolti dalla politica in merito alle trasformazioni del lavoro. L'abuso di queste tipologie contrattuali non va bene perché produce incertezza. Chi si trova in una condizione simile è il primo a non spendere, a non investire e quindi rallenta l'economia».
A pesare sull'occupazione giovanile c'è anche il blocco del turnover nelle pubbliche amministrazioni, il continuo aumento dell'età pensionabile ma pure un sistema dell'alternanza scuola lavoro che non sempre funziona. «A conti fatti le misure del governo rischiano di non essere sufficienti ammette Samuel Scavazzin, segretario generale della Cisl Padova Rovigo -. Il turismo è quello che ne ha risentito di più. Bisogna puntare sulla bilateralità per dare una prima risposta immediata. Le risorse sono poche, la lentezza della cassa in deroga e dell'erogazione della liquidità peggiorano il quadro. Governo centrale e Regione devono creare le condizioni per favorire investimenti da parte dei datori di lavoro. Bisogna giocare sugli incentivi alle assunzioni, la diminuzione dell'Iva può aiutare nell'immediato ma sicuramente non rappresenta una soluzione a lungo termine. Poi serve una riprogrammazione concreta del settore ricettivo e turistico attraverso un tavolo comune tra datori di lavoro e sindacati, coloro che conoscono bene il loro territorio. Se non c'è l'impresa, non c'è nemmeno il lavoratore».
Altro tema importante è il rischio di infiltrazioni mafiose in un tessuto economico segnato dalla crisi. «Con la scusa di sburocratizzare ammette Scavazzin non dobbiamo abbassare la guardia. E' necessario aumentare i controlli anti-mafia e procedere con tutte le verifiche del caso, anche se richiedono tempo e fatica. Non dobbiamo dimenticarci che la mafia c'è, anche se si nasconde».
E.Fa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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