I FLUSSI
PADOVA «Abbiamo tre lotti da 50 persone. Se non ci saranno arrivi

Lunedì 23 Settembre 2019
I FLUSSI PADOVA «Abbiamo tre lotti da 50 persone. Se non ci saranno arrivi
I FLUSSI
PADOVA «Abbiamo tre lotti da 50 persone. Se non ci saranno arrivi saremo costretti a diminuire l'attività». Marco Zamarchi è il direttore di Villaggio globale, la cooperativa che lavora fra Venezia e Padova dove gestisce sia accoglienza diffusa che il servizio Sprar. È una delle realtà più importanti della Regione coordinata da un operaio del sociale, anche se ci lavora dal 92.
«In verità i flussi non si sono mai arrestati. I migranti che arrivano dal mare, infatti, sono solo il 35-40 per cento del totale. Il resto arriva dalle rotte balcaniche. E dal Friuli a Venezia continuano ad arrivare iraniani, curdi-iracheni e turchi al ritmo di una trentina al mese. Lo so perché abbiamo il servizio di interpretariato. Poi ci sono i dublinati, cioè quelli degli accordi di Dublino. Persone che hanno lasciato le impronte da noi ma sono state rintracciate in Svezia. Vengono rimandati qui. Io penso che il calo sia fisiologico ma che nei prossimi anni avremo comunque un flusso costante. Inoltre l'accoglienza nell'Unione europea significa l'apertura dei porti, per questo ho la sensazione che non si fermeranno».
L'INTEGRAZIONE
Rimane il problema delle cooperative. «Questo è il punto. Finora ci hanno fatto dare vitto e alloggio, ma se vogliamo davvero l'integrazione potremmo essere noi lo strumento. Ma sembra di no visto che 3-4 ore di mediazione culturale a settimana per 50 persone non sono nulla. Vuol dire un minuto a testa. Non basta certo a spiegare diritti e doveri nel nostro Paese. Ma se non paghi il tempo...»
«Certo le cooperative possono fare altro in futuro - continua - ma il problema resta, insieme a quello economico. Si è scesi di prezzo al punto che 3,93 euro al giorno per affitto manutenzioni e bollette sono ridicoli. A Venezia dove è già entrato in vigore il bando con le misure ristrette, da 30 sono rimaste 6 cooperative e siamo a 21,45 euro al giorno. Vedremo a Padova».
La soluzione? «Facciamo una valutazione seria di cosa costa un inserimento culturale minimo. Qual è il vero prezzo al giorno per fare un'accoglienza decorosa? Oppure riapriamo gli Sprar (il sistema per i profughi con lo status ndr) e facciamo piazza pulita dei Cas».
LA RISPOSTA
Luca Favarin è un prete. Con Percorso vita è stato uno dei primi a mettere in piedi un'organizzazione di accoglienza diffusa che oggi ospita un centinaio di migranti. «Sapevamo da subito che si trattava di un servizio emergenziale e straordinario. Dunque chi ha accettato di farlo per guadagnare ora fa dei conti chi invece lo vede come un servizio ne fa altri. Anche noi abbiamo le stanze della comunità che non sono tutte piene. Ma offriamo un posto gratuito a persone che sarebbero in mezzo alla strada, quei richiedenti a cui è stato negato lo status e non sanno dove andare. Oppure coloro che avevano il permesso di soggiorno per motivi umanitari ma non gli è stato rinnovato e ora rischiano di diventare clandestini».
Il futuro? «Partiamo da uno scempio. Il nuovo bando assicura 18 euro al giorno per il sostentamento di un migrante. Ebbene un canile chiede 22 euro senza il cibo. Mi pare di aver detto tutto anche se, essendo un bando legale, chi partecipa sa a cosa va incontro. Noi ad esempio siamo già rimasti senza soldi per le medicine, non ho neanche il paracetamolo, tanto che lancerò una raccolta fondi. Il medico? Il nuovo bando non lo permette».
M.G.
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