GLI INCONTRI
PADOVA «Gli incontri di Agenda 21 sul futuro della Prandina

Giovedì 27 Giugno 2019
GLI INCONTRI
PADOVA «Gli incontri di Agenda 21 sul futuro della Prandina sono stati utili per un franco confronto tra le realtà cittadine». Le associazioni respingono la critica arrivata da partiti d'opposizione e commercianti che hanno definito gli incontri, avviati a febbraio e finiti martedì, «una perdita di tempo». Il giudizio appare unanime sull'utilità di confronto e partecipazione, ma permangono delle perplessità su quanto sarà considerato dall'amministrazione, unica deputata a decidere sul futuro dell'ex caserma di via Orsini, il documento finale di Agenda 21 che ha prodotto le linee guida per l'intervento.
«Dal punto di vista della partecipazione è accaduto quanto già successo con gli incontri di Agenda 21 sul tema Leroy Merlin - osserva Rossana Zin di Altragricoltura Nord Est -. Sul parcheggio ad esempio non si è raggiunta una posizione unitaria, ora il parcheggio esiste e dubito fortemente verrà cancellato. Il percorso partecipato è utile a sedare i diversi portatori di interessi presenti ma la decisione poi arriverà dall'alto come appunto accaduto sul tema Leroy Merlin con il Distretto del Commercio equosolidale ancora al palo».
UN'OCCASIONE
Silvia Dal Piaz ha seguito gli incontri per l'associazione Nadir. «E' stata una bella occasione di dibattito ricca di confronti - spiega - e chi critica non ha compreso lo spirito di Agenda 21. Il documento finale è stato condiviso anche se presenta delle contraddizioni - dice Dal Piaz -. Il percorso è positivo perché da anni in città non si erano viste tante persone insieme confrontarsi e discutere. Nei gruppi di lavoro inoltre il dibattito ha visto una grande crescita qualitativa e sono stati sviscerati i problemi - chiude -. Ci sono valenze nel percorso molto più importanti del parcheggio e discutere solo di quello è riduttivo. Si è parlato di vivibilità e città sostenibile della creazione di legami sociali. Mettere al centro il parcheggio significa non aver capito l'importanza di quanto fatto in Agenda 21».
IL DOCUMENTO
Luisa Calimani ha rappresentato l'associazione nazionale Architetti Urbanisti Città Amica. «Trovo che l'esperienza partecipativa sia sempre positiva - dice - e dalle associazioni durante il percorso sono uscite delle idee bellissime tanto che non serve un concorso di idee per la Prandina bensì un concorso progettuale. Agenda 21 è stata anche ben gestita ma non ho condiviso il documento finale perché secondo me non è stato dato un peso ponderato alle proposte finali. L'accordo tra i partecipanti è stato raggiunto su tutto, dagli orti urbani alla foresta urbana, dalle attività sociali che si possono insediare nell'ex caserma a tutte le altre proposte. Non c'è stato invece accordo per quanto concerne il parcheggio infatti sul tema sono emerse proposte diverse. Sono quattro quelle contenute nel documento finale - sottolinea Calimani -. C'era infatti una preponderanza di opinioni contraria alla realizzazione del parcheggio, se alla Prandina si creano ad esempio 800 posti auto, non resterà spazio per nessun altro insediamento, le altre bellissime attività proposte saranno cancellate mentre si tratta di idee che si sposano perfettamente una con l'altra. Non si deve essere ipocriti, come ho fatto presente al sindaco, e dire ci sta il parcheggio e anche le attività perché non è la realtà e non tutti potranno essere accontentati. Quello che manca è una linea chiara dell'amministrazione, una visione ambientale complessiva della città che sia decisa e quindi seguita. Padova è una delle città più inquinate non solo in Italia ma a livello internazionale quindi abbiamo bisogno di verdi, di alberi che producano ossigeno».
LA PARTECIPAZIONE
Comitato Stanga e associazione culturale Padotopia erano rappresentate da Paolo Manfrin che ammette come «la partecipazione sia una cosa bellissima e finalmente concretizzata a Padova in quanto ogni comitato, associazione e portatore di interesse abbia potuto esprimere la propria idea su un'area così importante per tutta la città. Il problema principale che ha trovato le più accese divergenze è stato quello del parcheggio. Per noi la soluzione è realizzare un interrato su più piani, con il primo adibito a commerciale su modello di quelli esistenti in diverse città europee, in modo che si autosostenga una soluzione che potrebbe eliminare i parcheggi del centro come piazza Insurrezione. Un unico neo: abbiamo avuto l'impressione che ci fossero partecipanti di serie A ascoltatissimi e altri di serie B messi in secondo piano».
Luisa Morbiato
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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