Eredità Conte, nuovi guai per l'ex maggiordomo

Martedì 21 Dicembre 2021
Eredità Conte, nuovi guai per l'ex maggiordomo
L'INCHIESTA
PADOVA L'ex maggiordomo Luciano Cadore, condannato in via definitiva a tre anni per avere falsificato il testamento di Mario Conte, rischia un nuovo processo. Il pubblico ministero Sergio Dini ha chiesto per lui il rinvio a giudizio, accusandolo del reato di falsa testimonianza. Nel settembre del 2017 era stato chiamato a sedere sul banco dei testimoni, in merito al processo tuttora in corso al commercialista Alessandro Castellini alla sbarra per riciclaggio.
Il magistrato, davanti ai giudici del Tribunale collegiale, in quella occasione ha incalzato per oltre un'ora Cadore. «...Non so dove siano finiti i soldi e io vivo solo della mia pensione...» ha dichiarato in aula. E ancora «...Io di quei soldi non so nulla...». Inoltre ha giurato che quel denaro era stato sequestrato in Svizzera. L'allora presidente del Tribunale Claudio Marassi è intervenuto, e ha sottolineato l'importanza per l'iter processuale di sapere dove siano finiti quei 15 milioni di euro. Quindi ha chiesto a Cadore di esibire un qualche documento per provare il sequestro in Svizzera del contante. Ma l'ex maggiordomo di Conte ha detto di non sapere e di essere molto confuso perchè soffre di una grave cardiopatia.
Insomma, per la Procura Cadore ha mentito perchè invece sa dove è finita quella montagna di denaro. Ed ecco l'accusa di falsa testimonianza con la richiesta di portarlo a processo. Il testamento olografo con cui Luciano Cadore si era impossessato dell'ingente patrimonio dell'ex commerciante di pelli pregiate Mario Conte era falso. Tanto che la Cassazione ha confermato a tre anni la condanna per il maggiordomo. Erano state invece assolte la moglie Flora Cagnin e la figlia Silvia. Il denaro e gli immobili sequestrati nell'agosto 2009 all'inizio delle indagini per 18 milioni di euro complessivi rappresentano comunque una piccola parte del patrimonio lasciato da Mario Conte al momento della morte, avvenuta il 13 ottobre 2008.
Alessandro Castellini, invece, come ammesso del resto in aula dall'ex maggiordomo-tuttofare era una sorta di regista negli investimenti effettuati grazie all'eredità Conte. Ma Castellini si è sempre professato innocente, affermando di avere agito in buona fede convinto della validità di quel testamento. Nell'ultima udienza di venerdì scorso proprio il pm Dini ha riformulato in parte il capo d'imputazione. I 15 milioni del testamento Conte, sono partiti da Padova destinazione Bahamas. Ma dall'arcipelago caraibico, secondo l'accusa, altri sei milioni, ed è questa la novità processuale emersa, sono finiti in Svizzera in una banca di Lugano in due distinti conti correnti uno intestato all'imputato e l'altro a Luciano Cadore. Motivo in più, sempre secondo l'accusa, di non credere alla testimonianza dell'ex maggiordomo.
Soldi, ancora per l'accusa, che poi sarebbero svaniti nel nulla. Castellini intanto deve difendersi dal solo reato di riciclaggio continuato, perchè l'accusa di ricettazione è caduta in prescrizione. Il riciclaggio invece sarà prescritto nell'aprile del 2024. La difesa così, riformulato in parte il capo d'imputazione, ha chiesto e ottenuto i termini a difesa. La prossima udienza è stata fissata per il 30 marzo, giorno in cui dovrebbe andare in scena la requisitoria della pubblica accusa.
Marco Aldighieri
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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