Coronavirus, la sanità

Venerdì 14 Maggio 2021
LA CAMPAGNA
PADOVA Guardano l'orologio mentre sono in coda. I primi 50enni che ieri in Fiera si sono vaccinati hanno chiesto un permesso dal lavoro e devono tornare in ufficio subito dopo. Fortunatamente la coda è scorrevole e, a parte la grandinata del tardo pomeriggio, il tempo è stato clemente per le persone in fila.
NUOVA FASCIA
La giornata di ieri ha segnato l'inizio delle vaccinazioni per la fascia 50-59 anni, una giornata caratterizzata anche dalla visita del commissario straordinario generale Francesco Paolo Figliuolo. In tutto, la decade dei 50enni conta nel Padovano 155 mila persone ma tra operatori sanitari, personale scolastico e persone fragili ne sono stati già vaccinati 25 mila. E sembra che siano più propensi al vaccino rispetto ai 60enni visto che i 56 mila posti messi a disposizione venerdì sono stati occupati in un soffio, tanto che ne sono stati aggiunti altri 40 mila martedì.
Restano aperte le prenotazioni per i ritardatari delle altre categorie, per i 60enni e per la categoria dei fragili.
Nella giornata di ieri solo nei due padiglioni della Fiera, il 6 e l'8, sono state vaccinate 4 mila persone, conto che sale a 6 mila se si considerano gli altri punti vaccinali dell'Ulss Euganea. In Fiera sono state predisposte 18 linee, 8 delle quali dedicate alla seconda dose dei 70enni.
«Siamo riusciti ad accelerare grazie al fatto che sono arrivate più dosi dice Lorena Gottardello del Dipartimento di Prevenzione dell'azienda sanitaria padovana Il mese scorso ne sono arrivate 20 mila, questo mese 33 mila, ora che abbiamo anche Johnson&Johnson riusciremo a farne anche di più, il segreto sta tutto nelle forniture. Sabato inizieremo a somministrare le seconde dosi di AstraZeneca ai primi a cui le abbiamo inoculate. Quando si tratta di AstraZeneca quasi tutti sono titubanti, ma pochi se ne vanno senza fare il vaccino».
IMPEGNI
Sono arrivate insieme due impiegate, Roberta Gambarota, 57 anni, e Claudia Doni, 50 anni: «È stato un periodo difficile quello che abbiamo vissuto soprattutto per il lavoro dicono Noi siamo impiegate e per qualche mese il nostro datore di lavoro ha dovuto metterci in cassa integrazione. Forse questo è stato il colpo più duro. La speranza è che con la vaccinazione si riesca a ricominciare ad avere una parvenza di normalità».
A Lidia Compagnin Lazzarato, 50 anni, è stata inoculata la seconda dose di Pfitzer. Lei ha già avuto la prima dose quando è stata ricoverata a Treviso per una patologia che la colloca tra le persone fragili. «Lavoro al Comune di Padova racconta Non ho potuto vaccinarmi quando lo hanno fatto i miei colleghi un mese fa circa perché in quel momento ero in ospedale a Treviso. Sono stata ricoverata per un arresto respiratorio dovuto a una patologia di cui soffro da anni, non per Covid. Sono stata in ospedale un mese. Per la seconda dose ho prenotato a Padova per comodità».
Con la giornata di ieri è stato tagliato un importante traguardo: sono state superate le 400 mila iniezioni, il che vuol dire che un padovano su due ha ricevuto almeno una dose di vaccino.
IL BILANCIO
Intanto, secondo il bollettino giornaliero di Azienda zero, i nuovi casi di positività riscontrati ieri sono 112 portando il conto dei padovani che sono stati infettati dal coronavirus dal febbraio dello scorso anno a 80.639. Cala la mortalità, ieri infatti non si sono registrati decessi mentre due sono le persone venute a mancare nella notte tra mercoledì e giovedì. Si abbassa leggermente anche la pressione sugli ospedali con la dimissione di alcuni pazienti: tra mercoledì e giovedì i ricoverati in Azienda ospedaliera sono diminuiti da 76 a 69, a Schiavonia sono scesi da 26 a 24.
Silvia Moranduzzo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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