LIMENA
Odori nauseabondi in paese per colpa del biogas, l'affare si complica. All'ordinanza del sindaco l'azienda agricola Tosetto ha risposto con una lettera del suo legale: ora saranno gli enti preposti a verificare se effettivamente sono stati adottati gli accorgimenti necessari a ridurre le emissioni puzzolenti dall'impianto di biogas. Il primo cittadino Stefano Tonazzo ha inviato l'ordinanza ai carabinieri, all'Arpav e in Regione, per informarli del disagio che vivono i cittadini e dell'azione intrapresa.
Il sindaco tiene a precisare quali sono i passi che l'amministrazione comunale farà dopo l'ordinanza del 31 agosto. C'erano dieci giorni di tempo perché l'azienda adottasse tutti gli accorgimenti per ridurre l'emissione di odori, e cinque giorni per relazionare al Comune quali azioni intendeva avviare: nella risposta depositata venerdì in municipio l'azienda riassume quanto fatto in questi anni, a quanto pare senza aggiungere altro. «La risposta che ci è giunta è firmata da un avvocato, e questo ci lascia perplessi - commenta Tonazzo - in ogni caso stiamo lavorando su quello che l'azienda dice di aver fatto negli anni, ma con il beneficio del dubbio abbiamo interessato gli enti sovracomunali per le opportune verifiche: è dal 2013 che il nostro territorio è ostaggio di odori che nulla hanno a che fare con lo stallatico, ma sono talmente nauseabondi da non poter respirare».
FINESTRE CHIUSE
Nelle sere in cui le emissioni di odori sono fortissime non solo è impossibile tenere aperte le finestre, ma la puzza è talmente penetrante che i cittadini non possono neppure arieggiare le case. Ad essere interessata è soprattutto la fascia di territorio compresa fra il Tavello e il quartiere Arcobaleno, fino ai confini con Taggì. «Da quando è stata notificata l'ordinanza ai Tosetto le emissioni degli odori hanno avuto minore intensità rispetto ai giorni di agosto dove era impossibile respirare - ha detto ancora il sindaco - ma il problema persiste. Con l'ordinanza abbiano chiesto un'azione concreta per mettere fine al disagio: al prossimo episodio di emissioni di odori, accertata la fonte, si passa alla denuncia per inadempienza delle disposizioni emesse». A dare corpo all'ordinanza sono stati proprio gli esiti del monitoraggio semestrale dell'impatto olfattivo richiesto dall'amministrazione nel 2018, e condotto dall'azienda accreditata Osmotech di Pavia, con una spesa di 30 mila euro. I risultati hanno messo in correlazione l'emissione dei forti odori con l'impianto di biogas nel Tavello, ed è qui che è stata notificata l'ordinanza comunale. Durante i rilievi effettuati nei sei mesi compresi fra il 15 gennaio e il 31 luglio un team di 12 esperti, non residenti nel territorio, ha eseguito 728 misurazioni con una media di un'uscita ogni 2 giorni compresi i festivi e il periodo notturno. I dati sono stati poi sottoposti alla validazione meteorologica attraverso una centralina installata sul tetto del distretto sanitario. Il sindaco Tonazzo sta coinvolgendo anche i sindaci dei comuni limitrofi per muoversi in maniera unitaria in Regione, affinché si possa ottenere una normativa che sia di aiuto ai territori, nel contrasto a questo tipo di disagio che incide sulla qualità della vita delle persone. Potrebbe scattare pure un'interpellanza in Parlamento e alla Giunta regionale.
Barbara Turetta
© RIPRODUZIONE RISERVATA Odori nauseabondi in paese per colpa del biogas, l'affare si complica. All'ordinanza del sindaco l'azienda agricola Tosetto ha risposto con una lettera del suo legale: ora saranno gli enti preposti a verificare se effettivamente sono stati adottati gli accorgimenti necessari a ridurre le emissioni puzzolenti dall'impianto di biogas. Il primo cittadino Stefano Tonazzo ha inviato l'ordinanza ai carabinieri, all'Arpav e in Regione, per informarli del disagio che vivono i cittadini e dell'azione intrapresa.
Il sindaco tiene a precisare quali sono i passi che l'amministrazione comunale farà dopo l'ordinanza del 31 agosto. C'erano dieci giorni di tempo perché l'azienda adottasse tutti gli accorgimenti per ridurre l'emissione di odori, e cinque giorni per relazionare al Comune quali azioni intendeva avviare: nella risposta depositata venerdì in municipio l'azienda riassume quanto fatto in questi anni, a quanto pare senza aggiungere altro. «La risposta che ci è giunta è firmata da un avvocato, e questo ci lascia perplessi - commenta Tonazzo - in ogni caso stiamo lavorando su quello che l'azienda dice di aver fatto negli anni, ma con il beneficio del dubbio abbiamo interessato gli enti sovracomunali per le opportune verifiche: è dal 2013 che il nostro territorio è ostaggio di odori che nulla hanno a che fare con lo stallatico, ma sono talmente nauseabondi da non poter respirare».
FINESTRE CHIUSE
Nelle sere in cui le emissioni di odori sono fortissime non solo è impossibile tenere aperte le finestre, ma la puzza è talmente penetrante che i cittadini non possono neppure arieggiare le case. Ad essere interessata è soprattutto la fascia di territorio compresa fra il Tavello e il quartiere Arcobaleno, fino ai confini con Taggì. «Da quando è stata notificata l'ordinanza ai Tosetto le emissioni degli odori hanno avuto minore intensità rispetto ai giorni di agosto dove era impossibile respirare - ha detto ancora il sindaco - ma il problema persiste. Con l'ordinanza abbiano chiesto un'azione concreta per mettere fine al disagio: al prossimo episodio di emissioni di odori, accertata la fonte, si passa alla denuncia per inadempienza delle disposizioni emesse». A dare corpo all'ordinanza sono stati proprio gli esiti del monitoraggio semestrale dell'impatto olfattivo richiesto dall'amministrazione nel 2018, e condotto dall'azienda accreditata Osmotech di Pavia, con una spesa di 30 mila euro. I risultati hanno messo in correlazione l'emissione dei forti odori con l'impianto di biogas nel Tavello, ed è qui che è stata notificata l'ordinanza comunale. Durante i rilievi effettuati nei sei mesi compresi fra il 15 gennaio e il 31 luglio un team di 12 esperti, non residenti nel territorio, ha eseguito 728 misurazioni con una media di un'uscita ogni 2 giorni compresi i festivi e il periodo notturno. I dati sono stati poi sottoposti alla validazione meteorologica attraverso una centralina installata sul tetto del distretto sanitario. Il sindaco Tonazzo sta coinvolgendo anche i sindaci dei comuni limitrofi per muoversi in maniera unitaria in Regione, affinché si possa ottenere una normativa che sia di aiuto ai territori, nel contrasto a questo tipo di disagio che incide sulla qualità della vita delle persone. Potrebbe scattare pure un'interpellanza in Parlamento e alla Giunta regionale.
Barbara Turetta