Treviso: «Abortiti 7 figli disabili su 10»

Venerdì 9 Marzo 2018
SANITÀ
TREVISO Alla ricerca del figlio perfetto. Nascono sempre meno bambini, ma soprattutto ci sono sempre meno neonati con qualche tipo di disabilità. È una delle facce della denatalità. Nei mesi scorsi ha fatto molto clamore il caso dell'Islanda dove nascono solo un paio di bambini all'anno con la sindrome di Down e sempre più genitori scelgono l'aborto. Ma anche l'Italia sembra aver imboccato una strada analoga. La conferma arriva da Enrico Busato, direttore dell'unità di Ginecologia e Ostetricia dell'ospedale di Treviso: «Nel momento in cui apprendono che il nascituro avrà delle disabilità, molti genitori decidono per l'aborto: su dieci donne, sette interrompono la gravidanza. Vuol dire più o meno il 70%. Vale per tutte le disabilità. Compresi i bambini con la sindrome di Down. Ne nascono meno perché le diagnosi sono precoci e conseguentemente si interrompe prima la gravidanza».
INTERRUZIONI DI GRAVIDANZA
Per il primario del Ca' Foncello quanto sta succedendo ha motivazioni profonde: «C'è una minore accettazione. Tempo fa le famiglie accettavano più facilmente un figlio con disabilità innanzitutto perché non lo si sapeva. Non c'erano le possibilità diagnostiche attuali. Ma adesso si fa più fatica anche perché a livello generale si tende ad avere in testa il figlio perfetto, a volte quasi confezionato su misura. In questa analisi va valutato, a mio avviso, anche un calo dei valori di fondo. Una volta era diffusa una tradizione cristiana molto forte e i genitori facevano una serie di considerazioni che alla fine li spingevano a decidere di mettere al mondo un figlio anche se con la sindrome di Down, ad esempio. Oggi questi valori si stanno perdendo. E ciò fa sì che i genitori facciano delle scelte con più facilità. Tale andamento racconta molto del tempo che stiamo vivendo».
IL PUNTO NASCITE
Quello di Treviso è il punto nascite più importante della Marca. L'anno scorso ha contato 2.182 nuovi nati. Il 33% di tutti i parti registrati negli ospedali del trevigiano. Qui la denatalità non si fa ancora sentire troppo. Nel 2017 ci sono stati solo 19 parti in meno rispetto all'anno precedente. Ma non è una sorpresa se si pensa che tutti i casi di gravidanza complicata della provincia fanno riferimento all'ospedale hub del capoluogo, dotato di Patologia neonatale. Oltre a questo, l'unità diretta da Busato ha introdotto di recente diverse novità. Oggi l'anestesia peridurale (il cosiddetto parto indolore) viene garantita a tutte le donne che la richiedono. Fino a poco più di un anno fa non era così. Il 21,4% dei parti registrati nel 2017 sono stati portati a termine con l'anestesia. Tutte le richieste sono state esaudite.
LE OSTETRICHE
E poi c'è la novità dei percorsi gestiti autonomamente dalle ostetriche. «I parti a basso rischio, che sono circa il 25% del totale, vengono gestiti in piena autonomia dalle nostre ostetriche dice il primario ovviamente c'è sempre la supervisione medica. Ma si sta andando verso la demedicalizzazione del parto. Anche nell'ambito della sala travaglio cerchiamo sempre di lasciare la donna, quando possibile, in un rapporto diretto, uno a uno, con l'ostetrica. I medici intervengono solo se ci sono dei problemi. Ma se il travaglio e il parto sono fisiologici vengono gestiti dalle ostetriche in modo autonomo, anche con la sutura delle piccole lacerazioni». E così il Ca' Foncello è tornato ad attrarre le donne in dolce attesa.
Mauro Favaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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