INFRASTRUTTURE
VENEZIA Dal controllo a campione al monitoraggio continuativo,

Sabato 25 Maggio 2019
INFRASTRUTTURE
VENEZIA Dal controllo a campione al monitoraggio continuativo, tramite dei sensori speciali capaci di leggere in tempo reale lo stato di salute dell'opera. Veneto Strade cambia marcia sulle verifiche dei ponti di sua competenza, 550 in tutto il Veneto, mantenendo la promessa fatta meno di un anno fa dopo la tragedia del ponte Morandi a Genova. L'ulteriore garanzia sulla sicurezza delle infrastrutture arriverà dall'impiego di un sistema innovativo ideato dalla Diecipoin+s, ditta di Treviso specializzata nello sviluppo di software, chiamato Internet of Things, che in questi giorni è stato testato sul ponte del torrente Rudavoi, tra passo Tre Croci a Cortina e il bivio tra Misurina e Auronzo, con esito ottimale. Ragione per cui la società diretta da Silvano Vernizzi ha già in programma di partire nei prossimi mesi con l'installazione progressiva dei sensori su tutti i ponti, con l'obiettivo di completarla nel giro di un paio d'anni, massimo tre, per un investimento complessivo di 7 milioni e mezzo di euro. I primi ad essere interessati saranno i 20 classificati come più critici ancora lo scorso anno quando, a seguito del crollo del Morandi, la Regione trasferì a Veneto Strade 15 milioni di euro per le verifiche, gli interventi e le manutenzioni straordinarie. Tra questi ci sono il ponte sull'Adige a Legnago, su cui sono stati messi 5 milioni e 110mila euro, quello di Sovramonte, 3 milioni e 340mila, i quattro di San Tommaso Agordino, 2 milioni e 550mila, i due di Alleghe, oltre un milione, quello di Santo Stefano di Cadore, 770mila, e via via tutti gli altri.
IL DISPOSITIVO
Come funziona il monitoraggio con i sensori alimentati a batteria (durata di 3-4 anni) e capaci di comunicare in continuazione con i dispositivi mobili? «Se oggi spiega il direttore generale Vernizzi a fronte di segnalazioni di dubbi o problemi si effettua una prova di carico e si vede come il ponte si comporta, con i sensori si terrà sotto controllo l'opera in ogni momento da remoto. Ci saranno tre letture ogni 5 minuti di ciò che avviene in base ai mezzi che vi transitano sopra e ogni quarto d'ora i dati saranno trasmessi al nostro cervellone per l'interpretazione, possibile per i nostri tecnici non solo in sede ma anche da fuori con i computer, i tablet e gli smartphone».
LA PROVA
La prova regina è stata effettuata lunedì scorso sul ponte Rudavoi, costruito nel 2012 con due campate laterali da 40 metri ciascuna e quella centrale da 100 metri: vi sono stati parcheggiati, in serie, quattro-sei-otto camion, fino a un peso massimo di 386,68 tonnellate e gli ingegneri hanno constatato che una volta scaricato il ponte è tornato esattamente in posizione regolare in gergo tecnico si chiama ritorno elastico a conferma della massima flessibilità della trave. «I 15 sensori installati sottolinea Vernizzi hanno registrato deformazioni in linea con quelle attese dai modelli teorici di previsioni, sulla base del collaudo effettuato sette anni fa. Gli inclinometri hanno registrato una rotazione pari a 0,02 gradi, i distanziometri un cedimento di 4,27 centimetri in mezzeria, dentro la cosiddetta fascia teorica di 5,2 centimetri, a conferma della piena attendibilità del modello che ora estenderemo a tutte le nostre infrastrutture».
Decisivo è il ritorno al livello pre-carico: se il ponte è sano, riprende la stessa posizione; se è malato denota l'accumulo di cedimenti su cui vanno fatte verifiche con tre soglie d'allarme: gialla se il ponte sta sotto di 1,5 centimetri per cui vengono disposte altre verifiche tecniche; arancione se di 3 centimetri per cui è necessaria la chiusura di una corsia e il senso di marcia alternato; rossa se il gap è di 5 centimetri o più, per cui s'impone la chiusura urgente per determinare il tipo di criticità e le misure conseguenti. Questione di tempo, dunque: entro il 2022 Veneto Strade potrà vedere in diretta e in qualsiasi momento lo stato di salute dei suoi ponti, nessuno escluso.
Alvise Sperandio
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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