LA CURA
ROMA Tim ha scoperto le carte di fronte al sindacato, e nella prima riunione

Venerdì 19 Gennaio 2018
LA CURA
ROMA Tim ha scoperto le carte di fronte al sindacato, e nella prima riunione sui tagli del personale le cose sembrano andate meglio di quanto si temesse. Intanto i numeri: a fronte di previsioni per 11-12 mila uscite, il piano proposto da Tim ne prevede non più di 7.500. Durante l'incontro tra Agostino Nuzzolo, capo delle risorse umane, e i rappresentanti sindacali, sono state illustrate 17 slides di scenario sul futuro delle tlc, caratterizzato dai big data e da utenti sempre più connessi; quindi sono stati dati i numeri delle uscite (appunto 7.500) a fronte di 2.000 assunzioni. Va precisato che nonostante il clima rasserenato, Tim non ha esitato a porre un aut aut al sindacato: accordo sul nuovo piano industriale entro il 6 marzo o «si procederà con soluzioni autonome». La prima obiezione sindacale è legata al fatto che «servono approfondimenti sulle tutele necessarie per coloro che escono dall'azienda con la legge Fornero e che, a fine percorso, potrebbero ritrovarsi con una pensione che non è il 70% dello stipendio, ma il 60-65%» dice Vito Vitale, leader Fistel Cisl. «È necessario salvaguardare l'effettività delle azioni a sostegno del piano».
La riorganizzazione è «condizione necessaria» per il successo del piano denominato DigiTim elaborato da Amos Genish il cui primo pilastro - la jv con Canal+ - ha però già subito una brusca frenata. In sostanza, qualora non si raggiungesse l'accordo Tim farebbe ricorso alla cassa integrazione guadagni. Per la realizzazione del piano sono stati già accantonati da Tim circa 700 milioni, spesati integralmente nel 2018 e dunque affossando in tal modo l'ebitda atteso. Una cifra che, secondo i sindacati, potrebbe non bastare per coprire l'intero progetto.
L'ORDINE DI SERVIZIO
Quanto agli strumenti attivati per i tagli, l'azienda prevede 4.000 uscite volontarie nel 2018 con prepensionamenti ex art. 4; fino a 2.500 esodi incentivati (fino a 28 mensilità in relazione all'anzianità aziendale) nel triennio 2018-2020 destinati a tutto il personale. E circa 3.500 dipendenti coinvolti in internalizzazioni di attività anche attraverso riconversioni professionali.
Esodi incentivati ed uscite ex art. 4 sono state definite misure «concorrenti e alternative tra loro» che potranno essere utilizzate in maniera sinergica per la gestione complessiva di massimo 6.500 unità. Riguardo alle uscite volontarie il numero di 4.000 è elevabile a 5.000. Tim, inoltre, ha dichiarato l'intenzione di proseguire nell'operazione di internalizzazione di attività, anche attraverso riconversioni professionali. Per il periodo 2018-202 «si prevede la gestione di internalizzazioni con volumi di attività analoghi a quelli dei mesi scorsi». Nello spiegare il piano, i responsabili di Tim hanno sottolineato che il ritmo ora potrebbe essere minore rispetto a quello già riscontrato, quindi si ipotizza un target di 3.500 persone coinvolte. I principali ambiti di riconversione sono i settori technology, business, consumer, open access e staff.
Un capitolo a parte riguarda la solidarietà espansiva, strumento che Tim sarebbe tra i primi a proporre ai dipendenti per assumere 2.000 persone. Si tratta di 20 minuti al giorno per tutti. La solidarietà dovrebbe iniziare a marzo con assunzioni da luglio. Secondo calcoli dei sindacati, i 20 minuti al giorno corrispondono a un monte ore risparmiate di quasi 4 milioni in un anno. Considerato un costo lordo per ora lavorata di 60 euro, si risparmiano circa 240 milioni l'anno.
Intanto ieri sera Genish ha firmato un ordine di servizio avocando ad interim le deleghe sugli acquisti e, a suo riporto, ci sono tre quadri: Alessandra Michelini, Leonardo Ketmaier (utilities), Alfredo Grippa (marketing e pubblicità) che prevalgono su una ventina di dirigenti.
r. dim.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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