La crisi Covid rischia di far esplodere il lavoro nero

Domenica 27 Settembre 2020
CGIA MESTRE
MESTRE La crisi determinata dall'emergenza sanitaria potrebbe far esplodere l'esercito degli abusivi e dei lavoratori in nero presenti in Italia. Stando alle previsioni dell'Istat, infatti, entro la fine di quest'anno circa 3,6 milioni di addetti rischiano di perdere il posto di lavoro. Sebbene sia difficile prevedere quante persone perderanno il posto di lavoro nel Triveneto, non è da escludere che nel territorio altri 450-500 mila lavoratori saranno espulsi dal mercato del lavoro entro la fine di quest'anno.
Auspicando che la dimensione del numero di coloro che perderanno il lavoro sia decisamente inferiore a quella a rischio, l'Ufficio studi della Cgia ipotizza che una parte di questi esuberi verrà sicuramente assorbita dall'economia sommersa. Non saranno pochi, infatti, coloro che, dopo aver perso il posto in fabbrica o in ufficio, si rimboccheranno le maniche in qualsiasi modo, anche ricorrendo al lavoro in nero. «Nel 2009 che viene ricordato come l'annus horribilis anche dell'economia veneta degli ultimi 75 anni - afferma il coordinatore dell'Ufficio studi Paolo Zabeo - il Pil della nostra regione scese del 5% e la disoccupazione nel nostro territorio nel giro di qualche anno passò dal 3,5 al 7 per cento. Quest'anno, invece, se le cose andranno bene la contrazione del Pil nel Veneto sarà del 10%: una riduzione doppia rispetto a quella registrata 11 anni fa. Alla luce di ciò, è molto probabile, dal momento in cui verranno meno la Cig introdotta nel periodo Covid e il blocco dei licenziamenti, che il tasso di disoccupazione assumerà una dimensione molto preoccupante. Secondo le previsioni di Prometeia, infatti, nel 2021 potrebbe salire all'8%».
NORDEST: 316000 IRREGOLARI
Gli ultimi dati disponibili ci dicono che in Italia ci sono oltre 3,3 milioni di occupati in nero, il tasso di irregolarità è del 13,1% e tutte queste persone producono un valore aggiunto in nero di 78,7 miliardi di euro. Nel Nordest, fortunatamente, questa piaga sociale ed economica ha dimensioni molto contenute. A fronte di una stima di 316.300 lavoratori in nero, il tasso di irregolarità è di poco inferiore al 10% e il valore aggiunto generato dall'economia sommersa nelle nostre 4 realtà territoriali ammonta a 8,7 miliardi di euro all'anno. A livello regionale la situazione più difficile si registra nel Friuli Venezia Giulia che presenta un tasso di irregolarità degli occupati del 10,5% (14° posto a livello nazionale). Scende al 10,3% quella in Provincia di Trento, mentre Veneto e Bolzano sono le aree più virtuose del Paese, rispettivamente con il 9,1 e il 9% di tasso di irregolarità.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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