Industria, trimestre nero ma con segnali di ripresa

Venerdì 7 Agosto 2020
CONGIUNTURA
VENEZIA Trimestre nero per l'industria veneta e italiana anche se ci sono prospettive di ripresa nei prossimi mesi. L'Istat in giugno vede una produzione in crescita a livello nazionale dell'8,2% rispetto a maggio ma in calo del 13,7% sullo stesso mese del 2019. «A luglio è proseguito il miglioramento della fiducia delle imprese», osserva l'istituto di statistica che segnala come in Italia «a giugno si è registrata un'ulteriore marginale riduzione dell'occupazione in presenza di un ritorno alla ricerca del lavoro e una crescita degli acquisti di beni delle famiglie, tornati molto vicini ai livelli pre-crisi».
A livello veneto il secondo trimestre si è chiuso con un calo della produzione industriale del 22,4% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. «Nonostante il recupero atteso, la produzione industriale nel 2020 è destinata a un crollo complessivo senza precedenti rispetto al 2019», avverte il presidente di Unioncamere Veneto Mario Pozza: «Lo shock Covid ha fatto precipitare anche il mercato del lavoro del Veneto in uno scenario assolutamente inedito. Basta guardare alla diminuzione delle posizioni di lavoro dipendente e all'impennata delle ore di cassa integrazione guadagni (in tutto il 2019 erano state concesse al Veneto 17 milioni di ore, solo nel secondo trimestre 2020 quasi 194 milioni). In questo contesto il blocco dei licenziamenti rischia di drogare il sistema mettendo in difficoltà le imprese. Sentire i sindacati che parlano di sciopero generale mi sembra un po' retrò soprattutto in una fase come questa. Forse c'è qualcuno che vive sulla luna. L'impegno dovrebbe essere investito nel chiedere al Governo progetti e riforme serie».
Secondo l'indagine VenetoCongiuntura l'effetto dell'emergenza ha comportato una contrazione dell'attività manifatturiera regionale tre volte maggiore rispetto a quella rilevata nel primo trimestre (- 22,4% vs -7,6% su base annua). La variazione congiunturale destagionalizzata è del -19%. Il crollo è risultato più evidente per i mezzi di trasporto (-39,7%), il sistema moda (-34,1%) e il legno mobilio (-30,4%). L'alimentare e bevande ha registrato una diminuzione più tenue (- 8,3%, - 1,1% nel primo trimestre). Il fatturato totale è caduto del 23,6%, peggio del trimestre precedente (-7,5%). Male sia le vendite interne (- 23,3%) che quelle estere (- 24,1%). Nel periodo aprile-giugno 2020 gli ordinativi totali sono crollati del 23,6%. E l'incertezza ha determinato il rinvio delle decisioni di investimento delle imprese.
Anche le ultime stime dell'Istat confermano nel periodo aprile-giugno 2020 l'aggravarsi dei danni economici con una riduzione del Pil italiano senza precedenti (- 12,4% rispetto al trimestre precedente, dopo il -5,4% del primo trimestre) anche se ci sono segnali d'ottimismo: il centro studi Cer rivede la stima 2020 a - 8,7% del Pil, «la maggiore mai sperimentata dal Paese» ma «in linea con le previsioni del governo. Possibili tempi più rapidi per ritorno a livelli pre-covid: l'analisi dei dati ci dice che dopo aprile l'economia italiana ha guadagnato velocità». Di conseguenza «stimiamo che nella seconda parte dell'anno vi sarà un recupero del Pil complessivamente pari al 6,5%. In media annua, la contrazione da noi attesa è pari a -8,7%, lievemente peggiore di quella assunta dal Governo nel Def (8%) e sensibilmente al di sopra dell'ultima stima della Commissione Ue (-11,6%). Il 2021 - prosegue l'analisi del Centro Europa Ricerche - si aprirebbe inoltre con un trascinamento del 4,8%, che accorcerebbe i tempi di ritorno sui livelli di attività pre-Covid. A condizione che non vi sia una recrudescenza del contagio».
OTTIMISMO
In effetti nel secondo trimestre 2020 anche le prospettive degli imprenditori veneti per i successivi tre mesi sono decisamente più rosee. Per la produzione, dopo il record di sfiducia registrato nel primo trimestre 2020 (-51 punti percentuali), il saldo è risultato positivo e pari a + 6 punti percentuali: a livello dimensionale e settoriale risultano più fiduciosi gli imprenditori delle imprese medio-grandi (+ 17,7%) e quelli dei comparti alimentare e bevande, marmo, vetro e ceramica, legno e mobile. Ancora pessimisti invece chi lavoro per mezzi di trasporto e sistema moda. Ritorna positivo anche il saldo previsionale per il fatturato (+ 5,9 punti percentuali) e per gli ordinativi: maggiore fiducia in quelli esteri. Ma si tratta soprattutto di un rimbalzo. Nonostante il recupero atteso, la produzione industriale nel 2020 è destinata a un crollo senza precedenti rispetto al 2019.
Maurizio Crema
© RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci