Venetocentro: «Il governo cambi passo, via quota 100 e reddito di cittadinanza

Giovedì 16 Gennaio 2020
Venetocentro: «Il governo cambi passo, via quota 100 e reddito di cittadinanza
GLI INDUSTRIALI
VENEZIA Fiducia delle imprese ai minimi da tre anni, grande incertezza e macchine al minimo. Gli industriali di Padova e Treviso vedono grigio per questo 2020, chiedono l'abolizione di quota 100 per la pensione (riforma che dovrebbe andare in esaurimento l'anno prossimo) e del Reddito di cittadinanza per finanziare il taglio deciso del cuneo fiscale, cioè delle tasse su lavoratori dipendenti e imprese. «Il vero spread è la sfiducia - esorta l'imprenditrice trevigiana Maria Cristina Piovesana, presidente di Assindustria Venetocentro -. Il Governo cambi passo nella politica economica». Il presidente vicario Massimo Finco: «Siamo tornati a crescita zero, ma la politica parla d'altro», avverte l'industriale padovano.
FIDUCIA AI MINIMI DA 3 ANNI
Secondo il sondaggio effettuato da Assindustria, il 73,6% (oltre il 74% nella manifattura) degli imprenditori interpellati di Padova e Treviso danno sull'economia italiana un giudizio largamente «incerto». Le valutazioni negative toccano il 22,4%. Solo il 4% è ottimista. I livelli più bassi dall'inizio della serie storica delle rilevazioni congiunte nel 2017. Sulle prospettive prevalgono i pessimisti (48,4%, erano il 14,2% nel terzo trimestre 2017), peggiorano le attese a breve su attività e domanda anche per il rallentamento delle esportazioni. Calano gli investimenti. Insomma, si naviga a vista.
«Servirebbero più fiducia e più stabilità - dichiara la presidente Piovesana -. La manovra per il 2020 è stata un'occasione persa, il Governo cambi passo nella politica economica, superando divisioni e scelte di bandiera inutili, costose, incapaci di produrre effetti sulla crescita. L'Italia è ferma, ultima nella zona euro e anche nel G7, frutto anche di anni di politiche sbagliate e anti-impresa. Serve una svolta vera per rilanciare in tempi rapidi la crescita. Deficit e debito devono scendere con misure serie e irreversibili di revisione della spesa. Opere pubbliche e cantieri sono da riavviare. Ma, soprattutto, serve un abbattimento drastico del cuneo fiscale per aumentare le retribuzioni nette dei lavoratori e diminuire il costo per le imprese».
«Siamo tornati a crescita zero, ma la politica parla d'altro. I governi si succedono e badano più alla sopravvivenza che all'effettiva azione. Quanto possiamo resistere ancora come cittadini, famiglie, imprese? Serve uno shock positivo, un intervento organico di politica industriale. E la presenza incisiva, come Paese e come Europa, negli scenari internazionali dove le nostre imprese sono sole», incalza Finco, che poi spiega: «La differenza tra il netto in busta paga e il costo del lavoro è arrivata ormai a livelli mostruosi: su una retribuzione di mille euro il costo reale per l'imprenditore è di 1.828 euro. Un macigno che frena crescita, competitività, produttività e, soprattutto, gli stipendi. Ricordo che pochi miliardi di abbattimento del cuneo non hanno effetti significativi».
Dai vertici di Assindustria Venetocentro arriva quindi l'ennesimo appello a Governo e maggioranza ad «avere la responsabilità e il coraggio delle priorità vere - dichiarano Piovesana e Finco - quelle che servono per rianimare un Paese che rapina futuro ai suoi giovani. Bisogna cancellare misure costose, inique o assistenziali come Quota 100 e Reddito di cittadinanza, utilizzando tutte le risorse rese disponibili, comprese quelle del bonus 80 euro, per l'abbattimento drastico e strutturale del cuneo fiscale a favore dei lavoratori e delle imprese. Alzerebbe il reddito e la crescita molto più di tutti i sussidi a tempo sin qui erogati».
Maurizio Crema
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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