Una neonata morta tra i rifiuti

Lunedì 6 Novembre 2017
Una neonata morta tra i rifiuti
IL DRAMMA
MUSILE DI PIAVE (VENEZIA) I gesti che compie l'operaio nell'azienda che recupera gli scarti di vetro sono rituali: aprire i sacchetti, controllarne il contenuto, dividere le varie tipologie di vetro da riciclare. Ma sabato pomeriggio la routine si è bruscamente interrotta e il suo cuore si è quasi fermato. Le mani hanno cominciato a tremare, la voce gli si è bloccata in gola, e i suoi occhi non volevano credere all'orrore che guardavano: in quel sacchetto maledetto non c'erano bottiglie e vasetti usati, ma un neonato morto. Senza alcun dubbio: quello era un corpicino - anche se ormai in avanzato stato di decomposizione -, forse di una bimba, ancora con un tratto di cordone ombelicale attaccato. Gettato fra i rifiuti come fosse immondizia. Un grido, i colleghi che accorrono, l'impianto che si ferma. L'arrivo dei carabinieri. I rilievi scientifici.
MACABRA SCOPERTA
Il macabro ritrovamento è avvenuto a Musile di Piave, nel veneziano, alla Ecopaté, azienda specializzata nel trattamento e nella trasformazione di scarti in vetro. L'operaio che ha dato l'allarme è ancora sotto choc, e non solo lui, ma l'intera realtà produttiva. Come spiega l'amministratore delegato Nicola Dal Masso: «Sono una cinquantina i dipendenti e lo sgomento è unanime. Una cosa del genere è inconcepibile. Era capitato di imbattersi nella carcassa di qualche animale, ma quello che è successo sabato non si può accettare. Su disposizione del magistrato abbiamo bloccato tutto». È dal Triveneto e dall'Emilia Romagna (Bologna e Rimini in particolare) che proviene il vetro conferito alla Ecopaté, che fino a qualche anno fa veniva gestita da Veritas, la ex municipalizzata che governa il ciclo dei rifiuti nella Città metropolitana di Venezia, e dalla francese Paté. Due le linee di lavorazione: una di selezione automatizzata, l'altra di vagliatura manuale. Quindi la pulizia e la frantumazione finalizzata al riutilizzo.
INDAGINI SERRATE
Dove è stata abbandonata la piccolina? Era nata morta o è stata lasciata agonizzare? O è stata addirittura ammazzata? Le indagini sono affidate ai carabinieri del Nucleo investigativo di Mestre che hanno eseguito i primi rilievi scientifici e che nei prossimi giorni analizzeranno tutti reperti raccolti insieme ai colleghi del Ris di Parma. I primi a intervenire all'interno della ditta sono stati i militari della Compagnia di San Donà di Piave che continueranno a collaborare negli accertamenti. Da quanto è emerso nell'immediato i rifiuti vagliati sabato sono riferibili alla raccolta differenziata di alcuni giorni fa per conferimento diretto, vale a dire quella che viene attuata attraverso le apposite campane dislocate nelle varie città. Se così fosse il raggio di ricerca si restringe ed è possibile che gli investigatori abbiano già individuato un'area di riferimento che esulerebbe dal veneziano e anche dal Veneto. Ed è proprio per stabilire la tracciabilità dei rifiuti che è stato chiesto pure il supporto dei carabinieri del Noe (Nucleo operativo ecologico) di Marghera.
AUTOPSIA E DNA
L'autorità giudiziaria ha disposto la traslazione della piccola salma nel reparto di medicina legale dell'ospedale di San Donà dove si procederà con l'autopsia una volta affidato l'incarico da parte della Procura della Repubblica di Venezia. Nel corso dell'esame autoptico, finalizzato a chiarire le cause del decesso e non solo, verrà anche estratto il profilo genetico.
Intanto i carabinieri fanno appello a chiunque possa riferire elementi utili a risolvere questo tragico giallo a chiamare il 112. Si cerca la madre. È stata lei a disfarsi della propria creatura appena partorita o qualcuno che non voleva che lei la tenesse?
«È un fatto sconvolgente che lascia senza parole, di una crudeltà assoluta che - commenta Silvia Susanna, sindaca di Musile - costringe tutti a una riflessione profonda. Ci sono mille soluzioni oggi se per qualsiasi motivo non si vuole accudire un neonato, perché arrivare a un'atrocità del genere? Da quanto mi è stato riferito c'è una buona probabilità che il sacchetto con la bimba provenga da fuori regione, ma questo non cancella la gravità di un simile atto».
Monica Andolfatto
Ha collaborato
Giuseppe Babbo
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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