Lega-Costa, scontro sulla Pedemontana

Sabato 25 Maggio 2019
IL CASO
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Tutto nasce da una denuncia di Sonia Perenzoni, consigliera comunale del M5s a Montecchio Maggiore, uno dei Comuni in provincia di Vicenza interessati dal tracciato della Pedemontana. Un anno fa l'esponente pentastellata aveva segnalato l'esistenza di una discarica sotto il cantiere, adesso è tornata alla carica dicendo che la discarica è stata «murata», ma il percolato continua a scendere e a contaminare la falda. L'esponente pentastellata lancia così un video, in cui mette a confronto il cantiere nel marzo del 2018 e lo stesso cantiere nel marzo 2019. Titolo: Hanno murato una discarica.
Visto il video, il ministro dell'Ambiente Sergio Costa lo condivide sul proprio profilo Facebook e sbotta: «Ora basta. Gli altri hanno sporcato e tocca a noi pulire. Ecco la situazione nella Pedemontana: è qualcosa di insostenibile. Questa mattina ho attivato i carabinieri del nucleo operativo ecologico. Nei prossimi giorni ci saranno aggiornamenti». È il 14 maggio. Una settimana dopo, il 21, il procuratore di Vicenza apre un'inchiesta. L'indomani Finanza e Forestali sequestrano un pacco di carte alla società della Pedemontana. La struttura di progetto della Pedemontana e la società concessionario divulgano una nota in cui spiegano che la discarica non l'ha creata la Pedemontana, ma c'era già, semmai con il cantiere l'area viene bonificata. E precisa che le analisi, già effettuate, non hanno riscontrato criticità.
Tant'è, in un'intervista al Corriere del Veneto il ministro Costa rivendica di essere l'autore del blitz e di non scomporsi se questo dovesse comportare ritardi nel cronoprogramma: «Potrebbe esserci qualche ritardo, sì, ma in ordine alla tutela della salute dei cittadini credo sia giusto si faccia chiarezza». Il punto è che, in Regione Veneto, ci sono già le analisi fatte. Bastava chiederle, anziché inviare i carabinieri. È questo che contesta Zaia.
LO SFOGO
Mentre gli uffici di Palazzo Balbi postano sul profilo Facebook di Costa i risultati delle analisi e la nota in cui si precisa che i contestati lavori nella galleria di Malo sono stati autorizzati da tre ministeri, compreso quello dell'Ambiente, il governatore Zaia è a Carbonera, in provincia di Treviso, in uno dei tanti impegni elettorali. Immortalato in un video, Zaia ricorda che l'iter della Pedemontana «ha coinvolto di volta in volta l'Anac, la Corte dei Conti, l'Avvocatura dello Stato, le Ulss e l'Arpav per le analisi». E sbotta: «Di fronte a tutte queste analisi, il ministro dichiara che un meet-up, cioè un gruppo di sostenitori grillini, gli ha mandato un video. E lui cosa fa? Manda la Procura e i carabinieri per bloccare i lavori. Bastava un colpo di telefono e gli avremmo dato tutte le informazioni e la documentazione che gli servivano».
Il presidente della Regione è visibilmente irritato: «Qui facciamo tutto alla luce del sole. È scandaloso che i rapporti tra istituzioni li si voglia gestire attraverso le Procure, quando si può chiedere e avere in un minuto tutta la documentazione. E tutto ciò quando avviene? A un giorno dalle elezioni. Se dobbiamo avere a che fare con gente che vede ladri e malaffare dappertutto, vuol dire che questo paese è destinato alla paralisi, all'oblio». E snocciola i numeri della Pedemontana: «Stiamo parlando di un'opera che vede al lavoro 1.900 addetti, per 2 miliardi 258 milioni di investimento; che collegherà Treviso a Bassano in 20 minuti, Treviso a Montebelluna in 10, Treviso e Vicenza in 40-45, servendo distretti produttivi tra i più importanti dItalia; che è voluta dalla stragrande maggioranza dei cittadini. Non c'è un Comune che abbia votato contro e il ministro ci manda la Procura e i carabinieri, trattandoci da delinquenti. Non esiste. Non siamo dei delinquenti che fanno sparire i rifiuti dietro muri di cemento armato».
LA SFIDA
È così che scatta la sfida: «Se il ministro Costa vuol fare il paladino dei cittadini - dice Zaia - accetti anche di andare di corsa al ministero a firmare il decreto per zero Pfas in tutta Italia, come ha già fatto la Regione Veneto per la sua gente che, grazie ai limiti che abbiamo fissato noi, da tempo beve acqua assolutamente pulita».
A dare man forte al governatore del Veneto è ovviamente il vicepremier leghista Salvini: «Ho Luca Zaia che mi cerca perché sarà giustamente arrabbiato: se c'è un'opera che stava andando avanti tranquillamente è la Pedemontana Veneta. Adesso è arrivato il ministro dell'Ambiente Costa che dice fermi tutti, blocchiamo indaghiamo. A me sta gente che blocca, blocca, blocca...». Ed è così che lo scontro istituzionale diventa materia di campagna elettorale: «Io domenica vi chiedo un voto per il sì: sì alla Tav, alla Pedemontana, a porti e aeroporti, a tutte quelle opere di cui il Paese ha bisogno».
Alda Vanzan
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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