Investì e uccise Scarponi, si lascia morire per il dolore

Mercoledì 14 Febbraio 2018
LA STORIA
ROMA È morto tre giorni fa, ma la sua vita è finita il 22 aprile scorso, quando alla guida di un furgone ha investito un ciclista. Quando è sceso per soccorrerlo ha visto la maglia da corridore dell'Astana, ha capito che era il campione Michele Scarponi. Senza vita. Da quel giorno sono trascorsi dieci mesi, ma per Giuseppe Giacconi, 58 anni, piastrellista, sposato, una figlia, il percorso era ormai definito. Il senso di colpa lo ha seguito, non lo ha lasciato più solo. Tre mesi fa ha scoperto di avere un tumore.
EPILOGO
«Si è lasciato morire, non ha reagito», raccontano gli amici, ma chissà se è vero, perché il male era comunque incurabile. Poi la resa, ieri si sono tenuti i funerali. Tornano alla mente le parole del cardinale Edoardo Menichelli pronunciò in occasione di un altro funerale, quello di Scarponi, quando chiese di pregare per Giacconi: «Porta nel cuore un dolore che ha drammaticamente segnato la sua vita e quella della sua famiglia». Quel dolore non è mai andato via, non è servito chiedere scusa alla vedova del campione, urlare che lui quel giorno non aveva proprio visto Michele, il cui nome aveva gridato subito dopo averlo urtato con il furgone. «Ero accecato dal sole». Sotto inchiesta per omicidio stradale, Giacconi ha in realtà portato dentro di sé, alimentandola, la pena più severa, quella che fa molto più male del verdetto di un giudice.
DOLORE
Filottrano è una cittadina di 9.300 abitanti, in provincia di Ancona. Scarponi lì lo conoscevano tutti, d'altra parte era soprannominato l'Aquila di Filottrano, aveva vinto al Tirreno-Adriatico nel 2009, il Giro nel 2011, era stato il gregario di Nibali quando si è aggiudicato Tour e Giro nel 2014 e 2016. Il 22 aprile si stava allenando quando il filo del suo destino si è incrociato con quello molto ordinario di Giuseppe Giacconi, un altro giorno di lavoro come tanti, alla guida del furgone. Erano le 8 del mattino, Scarponi, 37 anni, pochi giorni prima aveva vinto una gara importante, in via dell'Industria il furgone giallo di Giacconi lo aveva colpito. L'artigiano era sceso disperato, aveva urlato «Michele, Michele», i carabinieri avevano verificato che non aveva bevuto, semplicemente non aveva visto Scarponi.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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