Il nodo Autonomia

Giovedì 18 Luglio 2019
LA TRATTATIVA
VENEZIA Il termometro della trattativa sull'autonomia è a dir poco bollente. A darne la misura sono le ruvide parole con cui il solitamente moderato Luca Zaia, ospite ieri del Forum Ansa, ha liquidato le ripetute critiche di Barbara Lezzi al progetto del Veneto: «Non so se un perito aziendale sappia più dei costituzionalisti che hanno scritto il mio provvedimento», è sbottato il presidente della Regione, riferendosi al ministro del Sud. Se è questa l'aria che tira fra Lega e Movimento 5 Stelle, chissà cosa potrà succedere domani al vertice di Governo convocato dal premier Giuseppe Conte.
IL CONFRONTO
Zaia ha citato un dato biografico presente nel Curriculum Vitae et Studiorum depositato dalla pentastellata Lezzi a Palazzo Chigi: «Diploma di Perito Aziendale e Corrispondente in lingue estere presso l'Istituto Tecnico Deledda di Lecce». Il confronto con costituzionalisti come il professor Mario Bertolissi e il giudice Luca Antonini, che hanno curato il dossier veneto, agli occhi di Zaia dev'essere apparso insostenibile: non certo per il titolo di studio del ministro in sé, ma per il fatto che la grillina parli da sé. «Noi abbiamo un comitato scientifico, se Lezzi porta un suo comitato ci confronteremo», ha infatti aggiunto il leghista. Il deputato Stefano Fassina (Leu) è andato in soccorso alla titolare del Mezzogiorno: «Solidarietà alla ministra Lezzi attaccata in modo vile dal presidente Zaia. La ministra, in questi mesi e ancora una volta ieri (martedì, ndr.), ha espresso una valutazione oggettiva, dopo un lungo approfondimento tecnico». Proprio sulle affermazioni dell'altro giorno, però, è opposta la valutazione di Attilio Fontana (Lega), governatore della Lombardia: «Sono stupito e un po' indignato dalle dichiarazioni del ministro Barbara Lezzi sull'autonomia. Vorrei che specificasse in cosa le proposte di Lombardia e Veneto sono impraticabili».
IL QUESTION TIME
Durante il question time alla Camera, ieri Lezzi ha mescolato rassicurazioni e perplessità. Per esempio: «Ribadisco che la volontà del Governo è quella ferma di portare avanti la riforma delle autonomie, secondo il dettato Costituzionale e secondo gli accordi presi senza tornare indietro su questi». Ma poi: «Nella riunione del 3 di luglio, in un clima costruttivo, sereno e sotto la direzione del presidente del Consiglio, è stata esaminata la parte generale, l'articolo 5, che comprende che la parte che attiene alle risorse finanziarie. Per quella si è rimasti in attesa di una revisione ad opera degli uffici del Mef, in quanto doveva accogliere quanto è stato approvato, secondo quanto sancito dall'articolo 119 della Costituzione ovvero l'istituzione del fondo di perequazione approvato anche dalla Lega. Durante poi la successiva riunione, in cui il testo non è mai arrivato, però c'è stata l'espressione della volontà di tornar indietro su questo aspetto, di inserire al tavolo un altro tema che è quello delle gabbie salariali, così come proposto dal sottosegretario Giorgetti».
LA PRE-INTESA
Sul tema delle risorse è intervenuta anche la Corte dei Conti, attraverso una relazione alla commissione bicamerale sul Federalismo fiscale, segnalando che a fronte di una «ristrutturazione organizzativa ad ampio raggio», è necessaria una «preventiva analisi costi-benefici». Pare però di capire che ormai Zaia stia perdendo la pazienza: «Per firmare un contratto bisogna essere in due, se tu scegli cosa devo firmare io non firmo». Come uscire dallo stallo? «La mia proposta ha detto il governatore è di firmare una pre-intesa Governo-Regione ed è quello che avevo proposto al Governo di centrosinistra. La pre-intesa va in Parlamento, che la osserva e la emenda, si prende il bagaglio di emendamenti e si va all'intesa, che poi passa con un sì o un no. Altrimenti per tutte le intese con questo sistema della scatola chiusa poi dovrei chiedere al mio consiglio regionale il permesso alla firma». Sul percorso parlamentare ieri si sono confrontati i presidenti di Camera e Senato. Massimo il riserbo sull'esito dell'incontro, ma secondo fonti interne tra Roberto Fico e e Maria Elisabetta Alberti Casellati non ci sarebbe ancora un accordo, permanendo distanze sull'opportunità o meno di emendare i testi. Zaia è disincantato: «Mi immaginavo che il travaglio non fosse facile, è di un Paese che sta uscendo dal Medioevo e va verso la modernità».
Angela Pederiva
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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