«Ho amato la vita, perciò ho scelto di morire»

Giovedì 12 Ottobre 2017
«Ho amato la vita, perciò ho scelto di morire»
LA STORIA
MIRA (VENEZIA) Si intitola La mia vita. La mia scelta: è un memoriale, la descrizione di 40 anni di sofferenza scritto da un uomo che ieri a Zurigo, in Svizzera, si è fatto togliere la vita. Si chiamava Loris Bertocco, aveva 59 anni e da sempre risiedeva a Fiesso d'Artico in provincia di Venezia. Aveva 19 anni nel 1977, quando era rimasto paralizzato a causa di un banale incidente stradale: un'auto lo aveva investito mentre in motorino andava tenere un corso di musica. Ha lasciato il suo testamento civile agli amici, che si sono presi l'impegno di renderlo pubblico e continuare le sue battaglie per la dignità degli handicappati e per una legge sulla buona morte. Questi sono alcuni tra i brani più significativi.
LA SCELTA
«Questo mio progressivo peggioramento fisico mi rende comunque difficile immaginare il resto della mia vita in modo minimamente soddisfacente, essendo la sofferenza fisica e il dolore diventati per me insostenibili e la non autosufficienza diventata per me insopportabile. Sono arrivato quindi ad immaginare questa scelta, cioè la richiesta di accompagnamento alla morte volontaria, che è il frutto di una lunghissima riflessione. È infatti una scelta che sto meditando da molto tempo e alla quale sono giunto progressivamente, ma in modo irreversibile. Io sono stato e sono ancora convinto che la vita sia bella e sia giusto goderla in tutti i suoi vari aspetti, sia quelli positivi che quelli negativi. Questo è esattamente quello che ho fatto sempre nonostante l'incidente che ho avuto e le difficoltà di tutti i tipi che questo mi ha creato. Non ho mai rinunciato a niente di tutto quello che potevo fare, nonostante gli ostacoli che ho trovato e che spesso grazie alla mia forza di volontà e all'aiuto delle persone che mi sono state vicine e mi hanno voluto bene sono riuscito ad affrontare. Credo in questo momento che la qualità della mia vita sia scesa sotto la soglia dell'accettabilità e penso che non valga più la pena di essere vissuta. Credo che sia giusto fare questa scelta prima di trovarmi nel giro di poco tempo a vivere in un istituto e come un vegetale, non potendo nemmeno vedere, cosa che sarebbe per me intollerabile. Proprio perché amo la vita credo che adesso sia giusto rinunciare ad essa vista la sofferenza gratuita sia fisica che spirituale che stanno progressivamente crescendo senza possibilità di revisione o di risoluzione positiva».
L'INCIDENTE
«Il 30 marzo 1977 ho fatto un incidente stradale che avrebbe potuto portare delle conseguenze di poco conto. Un'automobile mi ha investito mentre ero in ciclomotore. In realtà l'incidente ha avuto delle conseguenze molto gravi e nell'impatto c'è stata una frattura delle vertebre C5 e C6: sono rimasto completamente paralizzato. Dal 1987 sono stato certificato ipovedente; dal 1996 la commissione che mi ha visitato mi ha considerato cieco assoluto».
LA RADIO
Nonostante questo Loris Bertocco non ha mai mollato, diventando una delle voci più conosciute di Radio Cooperativa. «La trasmissione si chiamava Discorso musica e sono riuscito a gestirla dal 1980 fino al 1999. In questo periodo, oltre alla trasmissione serale, sempre grazie al indispensabile e assiduo di mia madre, riuscivo a curare in mattinata anche la rassegna giornalistica e ad invitare dei personaggi pubblici per discutere di argomenti politici, sociali e di attualità. In tutte queste situazioni avevo l'assistenza o di un tecnico o di qualche aiutante ma devo dire che riuscivo comunque a svolgere autonomamente molte mansioni. Questo periodo che ho trascorso in radio mi ha dato moltissime soddisfazioni e mi ha inoltre permesso di avere una vita sociale molto intensa».
L'IMPEGNO
«Tra le cose importanti della mia vita c'è stata anche una notevole sensibilità per i problemi sociali e politici, che ho avuto fin da quando ero studente. Dopo il mio incidente ho sviluppato una particolare sensibilità per i problemi dei disabili (in primis per l'abbattimento delle barriere architettoniche) e per la tutela dell'ambiente e del paesaggio (dopo l'incidente nucleare di Chernobyl). Nel 1990 sono diventato consigliere comunale per i Verdi per alcuni anni nella città di Mira. Negli anni 2004/2005 sono stato candidato sia alle elezioni della provincia di Venezia che per le regionali del Veneto. Il mio interesse per la politica continua ancora oggi tramite i social network e organizzando iniziative locali».
IL CROLLO
Ma nel 2011 inizia la corsa verso il precipizio. Le condizioni di salute peggiorano di giorno in giorno, Loris Bertocco ha bisogno di assistenza giorno e notte. «La mia situazione familiare non mi permette di avere dei possibili sostegni: mia sorella ha una grave sclerosi multipla ed è invalida al 75% e non mi può essere sicuramente di aiuto e mia madre ha appena compiuto 80 anni e quindi non posso in questo momento contare per ovvi motivi sul loro aiuto. Ho lottato con la Regione per quasi due anni senza ottenere il risultato che speravo. L'assessore regionale alle Politiche sociali è venuto a farmi visita, una volta, dopo molte mie insistenze e proteste per le mancate risposte, ma non è bastato. Non ha capito la mia situazione, che è la situazione di tanti e tante come me, a nome dei e delle quali penso di parlare. Dopo la visita dell'assessore il mio Comune ha presentato alla Regione la richiesta di accedere ai fondi straordinari appositi previsti dalla dgr 1177/2011. La Commissione di valutazione regionale, però, per ben due volte ha risposto picche, ha ritenuto non idoneo il progetto presentato dal mio Comune a sostegno del sottoscritto, nonostante le valutazioni e i pareri favorevoli dell'ULSS, dell'assistente sociale e del Comune stesso. Perché è così difficile capire i bisogni di tante persone in situazione di gravità, perché questa diffidenza degli amministratori, questo nascondersi sempre dietro l'alibi delle ristrettezze finanziarie, anche quando basterebbe poco, in fondo, per dare più respiro, lenimento, dignità?».
LA FINE
«Ora il mio tempo è terminato. Il muro contro il quale ho continuato per anni a battermi è più alto che mai e continua a negarmi il diritto ad una assistenza adeguata». Per questo Loris in punto di morte lancia un doppio appello, alla Regione perché dia sul serio la possibilità ai disabili di una vita indipendente e al Parlamento perché approvi la legge sul testamento biologico e sul fine vita. «Avrei però voluto che fosse il mio Paese, l'Italia, a garantirmi la possibilità di morire dignitosamente, senza dolore, accompagnato con serenità per quanto possibile. Invece devo cercare altrove questa ultima possibilità. Non lo trovo giusto».
Maurizio Dianese
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