Grecia, porte aperte dal primo luglio L'Austria non cede: frontiere chiuse

Martedì 2 Giugno 2020
Grecia, porte aperte dal primo luglio L'Austria non cede: frontiere chiuse
LA TRATTATIVA
ROMA Una telefonata che sembra preludere a un accordo. Quel no dalla Grecia agli arrivi italiani è come se fosse diventata una questione di principio, oltre che diplomatica. Ed è per questo che il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha insistito con il suo omologo greco Nikos Dendias sulla necessità di rivedere quelle disposizioni che vietano gli accessi nel paese ellenico ai viaggiatori provenienti dall'Italia.
Ieri pomeriggio si è svolta una lunga telefonata, in vista dell'incontro che avverrà ad Atene il 9 giugno, e dal quale il capo della Farnesina spera di ottenere una posizione ufficiale. Di Maio ha ribadito la necessità di evitare qualsiasi tipo di limitazione, e dall'altra parte le aperture sarebbero state nette: «Dal primo luglio apriremo a tutti coloro che vorranno venire in Grecia, compreso agli italiani».
L'INCONTRO
Insomma, la questione dovrebbe essere vicina a una soluzione, ma la certezza si avrà solo nei prossimi giorni quando i due ministri terranno una conferenza stampa congiunta a conclusione dell'incontro. Fino a questo momento, infatti, le condizioni poste dalla Grecia sono state di riaprire i confini anche ai turisti del nostro Paese, ma imponendo la quarantena di almeno una settimana a tutti quelli che provengono dalle regioni considerate più a rischio dall'Agenzia europea per la sicurezza aerea: Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia Romagna. Qualcosa che prescinde dalle decisioni dei vari Stati e che riguarda tutti i paesi. Il bollettino della Easa, infatti, viene aggiornato ogni settimana, di pari passo con l'evoluzione della pandemia. E la compilazione non è frutto di negoziazione tra i vari Stati, ma è autonoma.
La partita frontiere, comunque, è ancora in piena trattativa. Resta il nodo dell'Austria, che tende a non aprire ai paesi vicini, probabilmente per assicurarsi il turismo interno, visto che la crisi ha coinvolto anche Vienna. Ed è per questo che Di Maio, dopo aver incontrato domani a Roma, il ministro francese Le Drian, con il quale discuterà di frontiere ma anche di Libia, si recherà il 5 giugno in Germania e il giorno successivo in Slovenia. L'Italia sta esercitando un forte pressing su Berlino, la cui posizione sarà determinante per far cambiare opinione ai paesi confinanti.
Dal canto loro, i tedeschi riapriranno le frontiere dal 15 giugno. E altrettanto sarebbero orientati a fare gli altri paesi Schengen: niente più quarantena per chi proviene dal gruppo dei 26 europei. Resterà invece il blocco di altri 15 giorni, fino al primo di luglio, per i paesi extra Schengen e per la Gran Bretagna.
LE PROTESTE
L'Italia continua a non voler fare la parte dell'appestata su uno scenario internazionale dove i paesi a maggiore vocazione turistica cercano di riguadagnare posizioni, in vista della ripartenza. «Ad Atene mostrerò, dati alla mano, la situazione reale in tutte le nostre regioni - ha sottolineato Di Maio - Crediamo nello spirito europeo, ma siamo pronti a chiudere le nostre frontiere a chi non ci rispetta».
Anche dalle regioni il cui accesso è limitato dalla misura greca si sono continuate ad alzare le proteste. L'assessore lombardo al Welfare, Giulio Gallera, ha definito «incomprensibile» l'atteggiamento di Atene e il governatore veneto Luca Zaia ha chiesto di «togliere questa idiozia delle limitazioni». Misure, a onor del vero, che non sono mirate esclusivamente verso l'Italia ma riguardano anche zone della Francia, dell'Olanda, della Spagna e di quasi tutta la Gran Bretagna.
Intanto in Grecia il settore turistico scalda i muscoli: dopo 10 settimane di chiusura per la pandemia da coronavirus hanno iniziato a riaprire gli hotel, anche se la stagione inizierà solo a metà mese con la ripresa dei collegamenti aerei regolari dall'estero.
Cristiana Mangani
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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