Autostrade, M5S: revoca complicata E Salvini li sfida: pronti a votarla noi

Venerdì 14 Febbraio 2020
IL CASO
ROMA La miccia nel campo della maggioranza l'ha gettata Matteo Salvini davanti alla stampa estera: «Io sarei per la revoca di fronte a 43 famiglie distrutte», ha detto il leader della Lega a proposito di Autostrade. «È evidente che qualcuno non ha fatto il suo lavoro. Se la revoca è suffragata dai fatti noi del gruppo della Lega la voteremmo, se fossi al governo, se i ministri me la portano, io lo farei in 12 secondi». Una stoccata indirizzata al M5S che su questa battaglia si trova ancora nel guado. La maggioranza, anche su Autostrade marcia divisa. La riprova, l'ennesima è arrivata ieri. Le Commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera, infatti, hanno bocciato gli identici emendamenti di Iv e FI che miravano ad eliminare dal Milleproroghe l'articolo che prevede nuove regole sulle concessioni autostradali indicando il percorso da seguire in caso di revoca (nella transizione la gestione passa ad Anas) e riduce le eventuali penali a carico dello Stato. La relatrice, Vittoria Baldino (M5s) e il governo avevano espresso parere negativo su questi emendamenti. L'articolo del Milleproroghe (il 35) che gli emendamenti di Iv e FI puntavano ad abrogare stabilisce che «in caso di revoca, di decadenza o di risoluzione di concessioni di strade o di autostrade, ivi incluse quelle sottoposte a pedaggio, nelle more dello svolgimento delle procedure di gara per l'affidamento a nuovo concessionario, per il tempo strettamente necessario alla sua individuazione, Anas, può assumere la gestione delle medesime».
LA TRATTATIVA
Un segnale chiaro. Che spinge Palazzo Chigi a prendere tempo e a valutare tutte le soluzioni. Ma come stanno vivendo i grillini, l'invasione di Salvini anche sul tema di Autostrade? Fonti governative del Movimento aprono le braccia: «Sappiamo che tecnicamente la revoca della concessione è molto complicata, se non impossibile. Ma allo stesso tempo per noi la narrazione comunicativa non cambia». Perché? «Noi come M5S - dicono ancora fonti pentastellate di primo piano - non esprimiamo né il ministro dell'Economia né quello delle Infrastrutture e nemmeno il premier», spiegano con un sorriso amaro. In molti, dalle parti della maggioranza di governo, c'è la consapevolezza che il dossier Autostrade-Benetton è destinato ad attendere. Prima dovrebbero passare le turbolenze con Italia Viva e Matteo Renzi. Intanto, dalla relazione della Corte dei Conti arriva un messaggio chiaro: le concessioni autostradali devono «garantire l'interesse pubblico» e «vanno  accelerate le procedure per l'affidamento, da svolgersi prima della scadenza delle vecchie convenzioni per evitare ulteriori proroghe alle convenzioni vigenti».
S. Can.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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