VENEZIA Quella battuta non era offensiva, non ledeva la reputazione del presidente della Regione del Veneto. Era satira. Così il procedimento a carico di Natalino Balasso (nella foto), il comico polesano che era stato querelato da Luca Zaia, è stato archiviato. Tutto risale al 7 maggio 2020 quando Balasso rilancia su Facebook un vecchio post di Furio, ossia Marco Forieri, musicista dei Pitura Freska: Io me lo ricordo Zaia PR all'Odissea di Spresiano. Dopo un concerto dei Pitura Freska è entrato in camerino domandandoci se volevamo delle troie per il post concerto. Ora è il nostro governatore, figata!. Balasso sul proprio profilo Facebook aveva condiviso il post e commentato: Se lo dice Furio...». Un anno dopo, la querela: «È l'unico artista che ho querelato, la satira non c'entra, in ballo c'è la mia reputazione», aveva detto Zaia. Che si era detto disposto a chiudere la faccenda: «Balasso questa cosa la può risolvere in cinque secondi, evitando anche di far lavorare i tribunali. Basta che dica: ho commesso una cazzata, faccio le mie scuse». Il comico polesano aveva cancellato il post, ma non si era scusato: «Onestamente non so di cosa», aveva scritto su Fb. «Non credo di dover chiedere scusa - aveva ribadito Balasso lo scorso 18 giugno, quando si era presentato in tribunale affiancato dall'avvocato Roberto Ghiri di Modena -, per che cosa? Per aver fatto una battuta?». Tesi sostenuta anche dalla difesa secondo cui il pm ben aveva fatto a chiedere l'archiviazione. Alla fine il giudice dell'udienza preliminare di Venezia, Francesca Zancan, ha sciolto la riserva sulla richiesta avanzata dalla procura: archiviazione. «Dopo il pubblico ministero, anche il Gip fa sapere a Luca Zaia che denunciarmi è stata una pessima idea. E così lui perde e io ho ragione», ha scritto ieri sul proprio profilo Facebook Balasso. Che se l'è presa con «i colleghi artisti» e con «quelli dell'opposizione» per non aver mosso un dito nei suoi confronti, chiedendo stavolta sì «scusa a Zaia»: «Il problema non sei tu, ma tutti quelli che ogni giorno ti leccano». (al.va.)
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