Giro di fatture false tra imprese di volantinaggio gestite da indiani, scatta sequestro sui conti correnti e su un'auto

Giovedì 3 Novembre 2022 di Redazione Web
Giro di false fatture nel volantinaggio. Foto di repertorio

VICENZA - Nei giorni scorsi la  Guardia di Finanza di Vicenza, su delega della Procura, hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo, emesso dal Gip, per la confisca di beni e disponibilità finanziarie per un valore complessivo pari a 135.126,00 euro a carico di una ditta individuale operante nel settore del volantinaggio e, anche “per equivalente”, nei confronti del titolare di diritto e anche a danno dei due amministratori di fatto dell’impresa.

Il provvedimento cautelare è stato eseguito su conti correnti e su un’autovettura di recente immatricolazione. Si tratta del risultato indagini scaturite da una segnalazione dell’Agenzia delle entrate alla Procura relativa a un utilizzo di fatture per operazioni oggettivamente inesistenti nelle dichiarazioni dei redditi ed Iva da parte dell’impresa di Valdagno gestita da cittadini indiani. Le attività di indagine delegate dalla Procura della Repubblica di Vicenza e condotte dai militari della compagnia di Arzignano hanno permesso di ricostruire un articolato sistema di frode fiscale con fatture emesse da tre ditte individuali per 232.056,83 euro che hanno consentito all’impresa ispezionata di evadere centinaia di migliaia di euro di imposte.

Dall’analisi dei rapporti commerciali intercorsi tra le tre imprese emittenti e quella utilizzatrice delle fatture false, tutte rappresentate da cittadini di nazionalità indiana, è emerso che i fornitori erano stati costituiti solo ed esclusivamente allo scopo di produrre documenti falsi ad uso della ditta di volantinaggio, per poi essere dismesse solamente un anno dopo la costituzione, senza aver adempiuto agli obblighi di dichiarazione e omettendo di effettuare il versamento delle imposte. Accertamenti bancari sui conti correnti hanno inoltre permesso di far luce sulla reale gestione dell'impresa oggetto di indagine, in quanto amministrata di fatto da alcuni parenti del titolare, uno dei quali rappresentante di una delle ditte fornitrici.

Durante l’esecuzione della misura cautelare, uno degli amministratori di fatto ha tentato di disfarsi della propria auto individuata dai finanzieri quale bene aggredibile ai fini del sequestro “per equivalente”, vendendola ad un conoscente, una volta avuto contezza dei conti correnti “congelati”.

Condotta segnalata al magistato quale alienazione simulata di un bene, idonea a rendere in parte inefficace la procedura di riscossione coattiva.

Ultimo aggiornamento: 10:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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