Fatture false e truffa dei frigoriferi, indagati tre imprenditori di Cassola: sequestrati denaro e beni per 478mila euro

I tre fanno parte del cda di una srl già portata al fallimento dopo un traffico simulato ingente di elettrodomestici rivenduti fittiziamente in Slovenia, con conseguente maxi recupero e appropriazione dell'Iva

Mercoledì 7 Settembre 2022 di Redazione Web
Finanzieri nella caserma della Gdf di Bassano
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VICENZA - Tre imprenditori indagati e 478 mila euro sequestrati in denaro e beni. Nei giorni scorsi, le Fiamme gialle del comando provinciale di Vicenza hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo per un importo di oltre 475.000 euro, emesso dal Tribunale di Vicenza, su richiesta della Procura della Repubblica berica, a seguito di indagini per il contrasto delle frodi Iva, provvedimento magistratuale che ha consentito di sequestrare denaro e beni nella disponibilità di una società e dei tre indagati.

Indagini finanziarie

In particolare, i finanzieri del Gruppo di Bassano del Grappa hanno posto sotto sequestro il profitto illecitamente accumulato da una società a responsabilità limitata con sede a Cassola, dai membri del consiglio di amministrazione e dagli amministratori delegati della stessa, i quali hanno preso parte a un’articolata frode Iva nella commercializzazione di prodotti tecnologici. Le investigazioni – avviate a seguito di una verifica fiscale eseguita nei confronti della società, poi dichiarata fallita – sono state condotte anche attraverso mirate indagini finanziarie e hanno consentito di riscontrare che la società ha simulato di acquistare, da un’impresa con sede a Milano – anch’essa dichiarata fallita e coinvolta nella commissione di plurimi reati tributari – ingenti quantità di elettrodomestici, per poi procedere fittiziamente a rivenderli in favore di una società slovena di fatto inesistente.

Le due fasi della frode

La prima fase della frode – consistente in falsi acquisti da fornitori nazionali – ha permesso alla società di maturare un credito nei confronti dell’erario, mentre la seconda fase – cioè quella di rivendita fittizia dei beni in favore di una azienda estera – è avvenuta senza l’addebito dell’Iva. Tale condotta ha consentito di generare un inesistente credito fiscale poiché le operazioni commerciali non sono mai avvenute e, come dimostrato dalle indagini di polizia giudiziaria eseguite, sono state simulate ricorrendo all’utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, con conseguente formazione di una provvista di denaro di cui hanno illecitamente beneficiato i componenti del cda della società italiana, privata delle risorse aziendali dagli indagati e successivamente dichiarata fallita.

Dichiarazione Iva taroccata

Gli accertamenti di polizia giudiziaria hanno rilevato che i membri del consiglio di amministrazione e gli amministratori delegati di una società a responsabilità limitata hanno indicato nella dichiarazione Iva, relativa al periodo d’imposta 2016, elementi passivi fittizi per un imponibile di 2.175.140 euro e Iva per 478.530,80. I tre sono stati segnalati alla Procura di Vicenza per la condotta penale e tributaria relativa alla presentazione della dichiarazione fraudolenta, con di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, ed è scattata la contestuale richiesta di sequestro preventivo corrispondente al profitto del reato, di 478.530,80 euro.

La ricostruzione investigativa effettuata dai finanzieri bassanesi è stata valutata attendibile dal Gip che ha emesso un decreto di sequestro preventivo di pari entità, el profitto del reato complessivamente determinato in € 478.530,80, in capo alla srl e, per equivalente, ai beni e alle disponibilità liquide riferibili agli indagati.

Il provvedimento è stato eseguito sulle disponibilità finanziarie nei conti correnti delal società, dei membri del cda e degli amministratori delegati, oltre che sui beni nella loro disponibilità.

"Le frodi fiscali - si legge in una nota della Gdf - costituiscono un grave ostacolo allo sviluppo economico perché alterano la concorrenza e l’allocazione delle risorse, minando il rapporto di fiducia tra cittadini e Stato e penalizzando gli imprenditori onesti e rispettosi delle regole; da qui l’importanza dell’azione “chirurgica” svolta dalla Guardia di finanza contro evasori totali e frodatori, che consente di aggredire i patrimoni accumulati in modo illecito, a tutela delle imprese incorrotte e dei cittadini".

Ultimo aggiornamento: 11:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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