Scritta a Vicenza. L'epidemia è (quasi) finita ma i no-vax non si fermano

Domenica 4 Giugno 2023 di Alda Vanzan
L'epidemia è (quasi) finita ma i no-vax non si fermano

VICENZA - Il Covid-19 non è scomparso ma non fa più paura, la gente non si fa neanche più i tamponi, ma i no-vax continuano imperterriti a vandalizzare muri ed edifici. L'ultimo episodio ha riguardato la città di Vicenza con un raid vandalico nel weekend da parte del movimento no vax "ViVi". Sono stati imbrattati i muri dell'ospedale San Bortolo e anche di un cimitero della città, con scritte che associano i decessi improvvisi all'uso del vaccino anti-Covid.

I messaggi sono stati vergati con della vernice rossa e con il simbolo del movimento anti vaccini, che si firma con la "W" all'interno di un cerchio.


Sono state decine le segnalazioni giunte alle forze dell'ordine arrivate tra venerdì e sabato. Colpite anche le pensiline del servizio di trasporto pubblico di Svt. Solo pochi mesi fa ad essere imbrattate con sigle simili erano state le sedi dei partiti di Vicenza e anche quelle dei sindacati. «Attacchi gravissimi, irrispettosi del mondo sanitario e della stessa democrazia», ha detto il sindaco della città berica Giacomo Possamai.


I PRECEDENTI
Recentemente nel mirino dei no-vax è finita l'immunologa Antonella Viola, aggredita verbalmente durante la presentazione di un suo libro al Salone di Torino. «Avete mentito sugli effetti dei vaccini, avete mentito alla gente», le ha gridato un esponente noto del movimento torinese contro i vaccini. E pochi giorni fa a Milano due genitori no-vax stati indagati per tentato omicidio colposo perché si sono rifiutati di sottoporre il proprio bambino di 4 anni a un tampone Covid, nonostante in quel momento fosse di importanza vitale.


I DATI
Ma il Covid-19 è scomparso? A leggere il bollettino quotidiano della Regione del Veneto parrebbe di sì, in realtà il calo dei nuovi casi di coronavirus è dovuto al fatto che la gente non denuncia più le positività: ormai è chiaro che chi fa il test fai-da-te resta in isolamento solo se ha la febbre, pochissimi si recano nei centri autorizzati o nelle farmacie per essere poi tracciati. I casi positivi che compaiono nel bollettino regionale sono dunque sottostimati, in linea di massima sono quelli dei pazienti testati prima del ricovero. Ieri il dato più basso da quando è scoppiata la pandemia: solo 31 nuovi casi di positività in 24 ore.
Per quanto riguarda il trend, nell'ultima settimana in Veneto sono stati 1.006 i nuovi casi di Covid-19 registrati ufficialmente, 14 i decessi. Dall'inizio della pandemia in regione vi sono stati 2.728.260 contagi e 16.885 morti. Gli attuali positivi sono 15.787, 600 in meno rispetto a sabato scorso. Negli ospedali scende l'occupazione dei posti letto, con 742 ricoveri in area non critica (-41) e 23 (-5) in terapia intensiva.


LE REGOLE
Lo scorso 1° maggio sono scattate le nuove misure anti-Covid: la mascherina è obbligatoria fino al 31 dicembre nelle strutture sociosanitarie e negli ambiti ospedalieri dove sono ricoverati soggetti fragili e anziani, per gli altri reparti la decisione spetta alle direzioni sanitarie dei singoli territori. Ma cosa deve fare una persona positiva al coronavirus? Se non si hanno sintomi da almeno due giorni, si deve restare in isolamento per 5 giorni e alla fine non è necessario un nuovo test. Idem per chi è positivo ma non ha mai avuto sintomi: 5 giorni a casa, poi non serve il test. Se, invece, si vuole ridurre la durata dell'isolamento a meno di 5 giorni, allora è necessario il tampone. Test assolutamente necessario, invece, per gli immunodepressi il cui isolamento deve essere di almeno 5 giorni. Per tutti i casi positivi, al termine dell'isolamento, fino al 10° giorno dall'inizio della sintomatologia o dal primo test positivo, c'è l'obbligo della mascherina Fpp2.

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