Tocatì, il festival dei giochi di strada patrimonio dell'Unesco. Il sindaco Tommasi: «Che orgoglio» Foto

Sabato 3 Dicembre 2022 di Redazione Web
Tocatì, il festival dei giochi di strada patrimonio dell'Unesco. Il sindaco Tommasi: «Che orgoglio» Foto

VERONA - Doppietta italiana in "salsa nordestina" nella lista del patrimonio immateriale dell'Unesco dove entrano il Tocatì, Festival internazionale dei giochi di strada di Verona, e l'allevamento dei cavalli Lipizzani.

Due riconoscimenti conquistati durante la sessione del Comitato internazionale a Rabat, in Marocco con oltre 2000 delegati di 180 diversi Stati (presidente l'italiano Pier Luigi Petrillo).

Per l'Organizzazione delle Nazioni Unite per Educazione, Scienza e Cultura il Tocatì è una «buona pratica per l'Umanità», la prima per l'Italia ad avere ottenuto il riconoscimento prestigioso, mentre l'allevamento dei Lipizzani è ancestrale ma ancora vivo, anche grazie al supporto del nostro ministero dell'Agricoltura e del Centro di allevamento e riproduzione dei cavalli lipizzani attivato dal Crea.

Il Tocatì

Nato nella città di Romeo e Giulietta nel 2003 da un progetto dell'Associazione Giochi Antichi, il Tocatì è diventato un punto di riferimento mondiale per tutti gli appassionati dei gioco tradizionale. Tocatì in dialetto veneto significa «tocca a te», un modo di dire tipico dei giochi. «Un risultato incredibile, raggiunto in vent'anni con tantissime persone che hanno sempre visto nei giochi e sport tradizionali un luogo d'incontro di culture e valorizzazione delle differenze. In cui ognuno si sentiva parte di un progetto. Il Tocatì è tutto questo» ha spiegato Giuseppe Giacon, vicepresidente dei Giochi Antichi. E il sindaco di Verona, Damiano Tommasi, presente a Rabat, ha parlato di «orgoglio e anche responsabilità maggiore per rappresentare quello che è sempre stato al centro del Tocatì: giochi tradizionali, ma soprattutto vivere gli spazi della città in un modo nuovo, condiviso».

La ventesima edizione del Tocatì si è svolta dal 15 al 18 settembre scorsi, registrando numeri da pre-pandemia, con un fine settimana di eventi, che ha visto la partecipazione di oltre 150mila persone nelle piazze e nelle vie del centro storico. Ma negli anni pre-pandemia si è arrivati al picco di 300mila presenze.

Tra gli ospiti d'onore di questa edizione Catalunya, Iran, Isole Canarie e Messico. L'edizione mondiale del 2011 e quella Europea del 2012 hanno sottolineato quanto il Festival sia diventato un punto di rifermento internazionale. L'appuntamento del 2013 era dedicato alle tradizioni ungheresi; la Cina è stata al centro della manifestazione del 2016, negli anni seguenti la Francia del Sud e la Bretagna.

Nel 2020 spazio è stato dato alle Italie dei Borghi in gioco. Così nella piazze delle città sono andate in scena esibizioni e sfide dei giochi più svariati: lippa (che consiste nel far saltare un legnetto appuntito alle estremità), morra, pallone con il bracciale, trottola, birilli, cacio al fuso e lancio del maiorchino (si gioca con una forma di formaggio), capanna (tiro del panforte), corsa con la cannata (i concorrenti tengono sulla testa un recipiente colmo d'acqua), pirlì (un antenato del flipper), sberla la roda (la spinta di una rotoballa di paglia)ì zachegn (versione faentina delle bocce), le torri umane.

Un appuntamento che rafforza il senso di comunità, accrescendo la partecipazione e il coinvolgimento della cittadinanza.

I Cavalli

L'allevamento dei cavalli Lipizzani è una affermazione a tutti gli effetti multinazionale che dà luce ad una tradizione antichissima ma ancora viva che unisce popoli diversi con una medesima identità culturale legata all'amore per gli animali. A presentarla erano stati Austria, Bosnia e Erzegovina, Croazia, Ungheria, Italia, Romania, Slovacchia e Slovenia. «Siamo particolarmente soddisfatti e orgogliosi perché la candidatura era stata promossa, per l'Italia, dal mio Ministero - ha commentato il ministro dell'Agricoltura, della sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida -con il supporto del Crea presso cui è attivo un centro di allevamento e riproduzione dei cavalli lipizzani».

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