Veneto, strappo tra Fratelli d'Italia e Zaia: il retroscena del no al veronese

Venerdì 16 Ottobre 2020 di Alda Vanzan
Nuovo Consiglio Regionale del Veneto: da sin il vicepresidente Finco, il presidente Ciambetti, la vicepresidente Zottis

VENEZIA L'autosufficienza zaiana va in scena poco dopo mezzogiorno in una Venezia sferzata dallo scirocco e dalla bora, con l'acqua alta prevista a 130 centimetri stoppata dalle dighe del Mose, alzate per la seconda volta nel giro di due settimane. Ecco, qualche paratoia sarebbe servita anche alla maggioranza a trazione leghista della Regione Veneto, giusto per evitare scivoloni. Innocui certo, ma indicativi di una legislatura, l'XI, che già si preannuncia effervescente. Altro che noia. «Se non c'è opposizione, creeremo noi l'opposizione», aveva detto in tempi non sospetti il neoriconfermato governatore Luca Zaia, ignaro che alla prima seduta del consiglio regionale, quella dell'insediamento, con tutti consiglieri freschi di tampone Covid-19 e tutti negativi, avrebbe perso i voti di Fratelli d'Italia.

Ma è così che è andata: gli alleati meloniani non hanno votato il presidente Roberto Ciambetti che sulla carta avrebbe dovuto avere 41 voti e si è dovuto accontentare di 37 (34 della galassia leghista, 36 contando i due di Forza Italia che sulla scheda giusto per distinguersi hanno scritto anche il nome di battesimo, Roberto Ciambetti, ma il trentasettesimo di chi è? di un Fratello che si è sbagliato o di un esponente del centrosinistra?) contro 14 schede bianche di cui 9 o 10 del centrosinistra e 4 o 5 di FdI.

Nella seconda votazione per le due vicepresidenze, il copione si è ripetuto: il leghista Nicola Finco (visibilmente imbronciato, raccontano gliel'abbiano detto pochi minuti prima della votazione vanificando i sogni di un ingresso in giunta) ha preso 36 voti cioè i 34 della galassia leghista e i 2 degli azzurri, mentre la vice di opposizione Francesca Zottis da signora non si è votata e ha avuto 9 preferenze, portando le schede bianche a 6. Ultima votazione, i due consiglieri segretari: la zaiana Alessandra Sponda 33 voti sui 36 di Lega e FI e i tre che non hanno votato per lei hanno sostenuto la pentastellata Erika Baldin, passata dai 10 teorici voti a 13. Sempre 5 le schede bianche, tante quante i 5 consiglieri di FdI. E allora la domanda è: cos'è successo con Fratelli d'Italia?
IL RETROSCENA Interpellato a Palazzo Ferro Fini dopo la votazione, Luca Zaia ha minimizzato: «Non vedo né crisi né incrinature. È anche vero che c'è una parte di maggioranza che ha 34 consiglieri, è inevitabile che possano esserci votazioni così». Fratelli d'Italia ha diffuso una nota: «Il fatto che oggi la Lega decida di escludere FdI da un ruolo politico, dentro questo consiglio regionale, significa escludere il 10 per cento dei veneti e dimostra, a nostro giudizio, miopia e poca lungimiranza politica». Significa che FdI uscirà dalla maggioranza? «Siamo rammaricati, c'è disappunto, ma non usciamo dalla maggioranza», dice il veneziano Raffaele Speranzon. E pensare che già si vocifera di minacce aventiniane con i Fratelli che non entrerebbero in giunta. Ma, di grazia, cos'è successo? La versione ufficiale di FdI è che Zaia nelle sue decisioni non ha coinvolto gli alleati. La versione di Radio Ferro Fini è un'altra: Zaia doveva dare, oltre a un posto in giunta, anche la vicepresidenza del consiglio regionale a FdI, solo che i Fratelli si erano imputati sul veronese Daniele Polato e per più motivi: FdI a Verona ha preso il record di voti, oltre il 15%; a Verona ha perso il collegio senatoriale perché Giorgia Meloni ha voluto candidare il coordinatore veneto, che è bellunese, Luca De Carlo; a Verona sono rimasti fuori Stefano Casali e Massimo Giorgetti. Dunque, il prescelto era il veronese Polato solo che la Lega ha obiettato: non possiamo fare vicepresidente un condannato in primo grado per firme false elettorali. Tra la notte e l'alba la mediazione: a FdI non la vicepresidenza, ma il posto di consigliere segretario. Anche a Polato? E vabbè. Solo che FdI ha detto no. E quando ha votato scheda bianca per Ciambetti e Finco, la Lega è passata al piano B: consigliere segretario la giovanissima Alessandra Sponda.
Adesso manca la giunta. «Questione di giorni», ha detto Zaia. Ricucirà con i Fratelli? O continuerà a stravincere?
 

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