VERONA - Udienza oggi - 5 febbraio - in Tribunale a Verona per la "badante diabolica". Il pm ha chiesto 5 anni di carcere per la 42enne romena, residente a Genova, accusata di estorsione ai danni di un pensionato 88enne veronese, poi deceduto, che lei aveva contattato online per poi farlo oggetto di un ricatto a sfondo sessuale. Il difensore della donna ha chiesto l'assoluzione: la sentenza è prevista per aprile.
I fatti risalgono a fine febbraio 2016. La donna, V. V., si era fatta viva telefonando al pensionato e, qualche giorno dopo, lui se l’era trovata a casa. Era arrivata da Genova: con lei il pensionato avrebbe avuto un rapporto sessuale durante il quale, a sua insaputa, la donna gli avrebbe scattato una serie di foto in pose compromettenti pretendendo poi 300 euro, pena la pubblicazione in rete. A quel punto il pensionato si sarebbe affrettato a farla uscire di casa ma lei avrebbe iniziato a graffiargli il viso.
Qualche giorno più tardi l’88enne avrebbe ricevuto una telefonata in cui lei diceva di aver pubblicato quelle foto sul sito “La Gabbia”, opportunamente modificate per renderle ancora più compromettenti. Terrorizzato, lui decise di darle 300 euro per togliersi dall'imbarazzo, ma qualche giorno più tardi lei avrebbe alzato il prezzo, raddoppiandolo. Il pensionato aveva accettato di incontrarla nei pressi della stazione ferroviaria di Porta Nuova, dove lui le avrebbe consegnato i 650 euro pattuiti, ma subito dopo lo scambio erano intervenuti i carabinieri che avevano arrestato la donna.
Nel processo per direttissima il giudice in seguito ai «gravissimi indizi di colpevolezza» aveva disposto per la donna gli arresti domiciliari a Genova. La stessa pare fosse stata denunciata in passato per lesioni ai danni di un ingegnere genovese presso la cui abitazione aveva lavorato come badante. Nel corso di una discussione in cui le veniva contestato di essersi appropriata di una grossa somma di denaro con l’inganno, la donna aveva morso il malcapitato ripetutamente ad una mano procurandogli ferite guaribili in 7 giorni.
Ultimo aggiornamento: 6 Febbraio, 16:39
© RIPRODUZIONE RISERVATA I fatti risalgono a fine febbraio 2016. La donna, V. V., si era fatta viva telefonando al pensionato e, qualche giorno dopo, lui se l’era trovata a casa. Era arrivata da Genova: con lei il pensionato avrebbe avuto un rapporto sessuale durante il quale, a sua insaputa, la donna gli avrebbe scattato una serie di foto in pose compromettenti pretendendo poi 300 euro, pena la pubblicazione in rete. A quel punto il pensionato si sarebbe affrettato a farla uscire di casa ma lei avrebbe iniziato a graffiargli il viso.
Qualche giorno più tardi l’88enne avrebbe ricevuto una telefonata in cui lei diceva di aver pubblicato quelle foto sul sito “La Gabbia”, opportunamente modificate per renderle ancora più compromettenti. Terrorizzato, lui decise di darle 300 euro per togliersi dall'imbarazzo, ma qualche giorno più tardi lei avrebbe alzato il prezzo, raddoppiandolo. Il pensionato aveva accettato di incontrarla nei pressi della stazione ferroviaria di Porta Nuova, dove lui le avrebbe consegnato i 650 euro pattuiti, ma subito dopo lo scambio erano intervenuti i carabinieri che avevano arrestato la donna.
Nel processo per direttissima il giudice in seguito ai «gravissimi indizi di colpevolezza» aveva disposto per la donna gli arresti domiciliari a Genova. La stessa pare fosse stata denunciata in passato per lesioni ai danni di un ingegnere genovese presso la cui abitazione aveva lavorato come badante. Nel corso di una discussione in cui le veniva contestato di essersi appropriata di una grossa somma di denaro con l’inganno, la donna aveva morso il malcapitato ripetutamente ad una mano procurandogli ferite guaribili in 7 giorni.
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