Condannato per omicidio, veronese si inchioda le mani a un albero davanti al tribunale di Mantova: «Non sono stato io»

Mercoledì 11 Ottobre 2023
Condannato per omicidio, veronese si inchioda le mani a un albero davanti al tribunale di Mantova

Un uomo si è letteralmente inchiodato, infilando un chiodo nel palmo di una mano e trapassandolo a colpi di martello, questa mattina ad un albero davanti al Tribunale di Mantova per protestare contro una condanna, scontata, che ha sempre ritenuta ingiusta.

Raffaello Accordi, 71 anni, pensionato originario della provincia di Verona, era stato condannato nel 1989 a 5 anni e 4 mesi di carcere (tutti scontati) per omicidio preterintenzionale. Era accusato di aver accoltellato Giovanni De Luca a Sanguinetto (sempre in provincia di Verona) da lui trasportato all'ospedale Carlo Poma di Mantova dove poi è morto.

Non sono stato io

Lo ha sempre ripetuto Raffaello Accordi, anche oggi mentre col martello batteva sul chiodo nel palmo della mano contro il tronco dell'albero. «Io l'ho solo soccorso. Voglio la revisione del processo e la riabilitazione».

In effetti ha ottenuto la revisione del processo che non è ancora cominciato.

La vicenda non è chiara: nel corso degli anni sarebbe stato individuato l'autore dell'omicidio - tramite pentiti della criminalità organizzata - e quindi individuato il vero colpevole che è però è deceduto. Così Accordi ha inscenato la clamorosa protesta dove la sua odissea giudiziaria era iniziata. In primo grado il Tribunale di Mantova lo aveva assolto, ma poi era stato condannato in Appello e in Cassazione. Il pensionato, che ora vive in Toscana, è rimasto inchiodato all'albero per un quarto d'ora fino a che non l'hanno liberato i vigili del fuoco. Un'ambulanza l'ha trasportato all'ospedale dove è stato medicato per la ferita alla mano e giudicato guaribile in pochi giorni. 

Ultimo aggiornamento: 12 Ottobre, 11:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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