Affondo di Zuin (Forza Italia) contro il Pd: "Centro studi cancellato per decreto"

Martedì 18 Agosto 2020 di Michele Fullin
Asutorità per la laguna e Mose. Michele Zuin critico sull’impostazione data dal Governo
Chi la fa, l’aspetti. Sembra essere questo il motivo conduttore di questa insolita estate, caratterizzata dall’emergenza Covid e da una campagna elettorale latente, ma onnipresente. Questa volta è il coordinatore regionale di Forza Italia e assessore al bilancio del Comune, Michele Zuin, a dare fuoco alle polveri. E lo fa su uno dei temi più cari ai parlamentari del Partito Democratico: il Centro studi sui cambiamenti climatici che, come previsto dalla Legge di Bilancio 2020 dovrà avere sede a Venezia. «Dov’è finito? Rispetto ai testi del Decreto Agosto sui quali i parlamentari veneziani si sono espressi trionfalmente - attacca Zuin - è bene evidenziare che nel Decreto Agosto invece pubblicato in Gazzetta Ufficiale a Ferragosto, qualcosa è cambiato. È sparita la norma di attuazione del Centro di studio e di ricerca internazionale sui cambiamenti climatici. Niente più certezza del finanziamento di 500mila euro l’anno, niente più costituzione degli organi del Centro entro 30 giorni». Per Zuin, la previsione contenuta in Finanziaria al comma 120 rischia di restare solo sulla carta, visto che ci si aspettava che la norma di attuazione fosse inserita in questo decreto ed effettivamente le bozze circolate prima della versione ufficiale ne davano conto. «L’onorevole Pellicani non lo sapeva o è andato in vacanza troppo presto? Quel vizietto dei parlamentari del Pd - continua Zuin - di fare dichiarazioni sulle bozze. Oppure qualcuno più in alto nel Governo gliele fa fare, tanto poi non contano niente? Ma come hanno fatto a non vigilare su una cosa così importante, sulla quale la nostra amministrazione si è spesa fin da subito? Soprattutto in questo momento di grande difficoltà, sarebbe stato importantissimo. La realtà è che contano meno di quello che poi ci raccontano». A dire il vero, in sede di conversione del Decreto, in Parlamento potranno essere presentati emendamenti e quindi potrebbe rientrare anche il Centro, ma è chiaro che l’ultima parola spetta al Governo. Su questa partita Zuin saluta con favore la comparsa dell’autorizzazione di 40 milioni l’anno “per le attività di gestione e di manutenzione ordinaria e straordinaria del Mose dal 2021 al 2034”. «Bene che il Governo li abbia trovati e rispetti gli impegni - prosegue - soprattutto per dare certezze alle imprese e ai lavoratori: l’opera è statale e la gestione e la manutenzione dell’opera deve essere a carico dello Stato. Mi chiedo però dove sia finito il rifinanziamento della Legge Speciale per tutta la città di Venezia: non si poteva prevedere nelle pieghe del Decreto anche questo? Sempre i nostri cari parlamentari del Pd danno 520 milioni nei prossimi 13 anni al Mose, ma per Venezia e per i residenti di Venezia nei prossimi 13 anni niente, non ci sono finanziamenti. Ci saremmo aspettati quei 150 milioni di euro all’anno per i prossimi 10 anni richiesti nell’ultimo Comitatone». Infine, il tema che ha fatto scaldare gli animi in questi ultimi giorni e che ha fatto parlare il sindaco di “scippo” alla città è la costituzione dell’Agenzia per la laguna che dovrà gestire anche il Mose. Il sottosegretario Martella e il deputato Pd Pellicani hanno parlato di una vittoria e di un cambio di passo sulla salvaguardia. Per Zuin si tratta di “centralizzazione romana”. «Viene abrogata espressamente quella parte della legge del governo Renzi che scioglieva il Magistrato alle Acque e prevedeva il passaggio delle sua competenze e funzioni alla Città Metropolitana - attacca - Martella ci ha ripensato e non vuole più questo passaggio, forse perché non c’è più il Pd che amministra la città? Sono questi i fattori sui quali la disposizione è fondata? Si fanno le leggi in base a chi governa? Siccome sanno che qui perderanno, allora sono pronti a togliere i poteri agli enti locali. Sappiano - conclude - che noi di Forza Italia, insieme a tutti i parlamentari del territorio, ci faremo carico di fare battaglia in Parlamento perché quel nobile scopo di accentrare i poteri della Laguna, con una governance locale che risponda direttamente ai cittadini, non si trasformi in uno scippo sotto l’ombrellone».
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